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Comunicazioni online

L'editoriale del direttore

ACQUA, LA VERA MONETA DEL FUTURO
Mentre l'attenzione globale resta catturata dall'energia e dall'intelligenza artificiale, la scarsità idrica si prepara a diventare la sfida cruciale del XXI secolo, con conseguenze economiche sociali e geopolitiche che pochi oggi osano affrontare

Gocce d'acqua

l futuro dell’umanità non sarà determinato soltanto dalla capacità di produrre energia pulita o di governare l’intelligenza artificiale. Sarà deciso, prima di tutto, dall’accesso all’acqua. L’acqua dolce rappresenta meno del 3% delle risorse idriche del pianeta, e di questa quota oltre i due terzi è imprigionata nei ghiacciai. La porzione realmente disponibile per uso umano, agricolo e industriale è una frazione minima, sottoposta a pressioni crescenti.

Secondo le stime delle Nazioni Unite, entro il 2050 oltre la metà della popolazione mondiale vivrà in aree a rischio di stress idrico. Non si tratta solo di un problema ambientale: l’acqua è già oggi una questione di sicurezza nazionale e geopolitica. Dalla costruzione di dighe sul Nilo Azzurro, che alimentano tensioni tra Etiopia, Sudan ed Egitto, alle dispute sul fiume Indo tra India e Pakistan, fino alle sempre più frequenti crisi agricole nel Mediterraneo, la competizione per l’acqua è destinata a intensificarsi.

L’acqua è la linfa vitale della civiltà. Senza di essa non c’è agricoltura, non c’è industria, non c’è vita urbana. Tuttavia, la sua gestione resta un tema marginale nei dibattiti politici e mediatici. Si parla di crescita verde, di digitale, di difesa, ma raramente di politiche idriche strutturali. Non a caso, alcune delle economie più lungimiranti, come ad esempio Singapore, hanno investito da decenni in tecnologie di desalinizzazione, riciclo e risparmio idrico, comprendendo che il futuro non si misura in barili di petrolio, ma in litri d’acqua.

Il rischio, per l’Europa e per l’Italia, è di arrivare in ritardo a un appuntamento storico.

I segnali sono già davanti ai nostri occhi: siccità sempre più lunghe, razionamenti nei mesi estivi, coltivazioni tradizionali messe in crisi. Continuare a considerare l’acqua come una risorsa infinita è un errore che ci condanna a conflitti e instabilità.

Se il XXI secolo dovrà essere quello della transizione energetica, dovrà essere anche quello della transizione idrica. Una transizione che non può limitarsi a ridurre i consumi, ma deve innovare: reti intelligenti, sistemi di raccolta delle acque piovane, infrastrutture resilienti e soprattutto una cultura collettiva che riconosca nell’acqua la più preziosa delle risorse comuni.

Parlare oggi di acqua significa parlare di pace, di sviluppo, di sopravvivenza. Chi vorrà governare il futuro dovrà partire da qui.

Il Direttore, Fabrizio Giannini

  IL METAVERSALISTA

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