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ARRIVANO I CYBER PENTITI
Come è successo con la mafia, i collaboratori, stavolta in campo informatico, potrebbero rivelarsi decisivi nello smantellare vere e proprie organizzazioni criminali.

Giocare ai videogiochi

Il personale preposto a contrastare la criminalità informatica sta incontrando grosse difficoltà con i pirati web che utilizzano truffe via e-mail, estorsioni digitali e furti di criptovalute con miliardi di dollari di illeciti guadagni ogni anno. E questi sono solo i crimini di cui siamo a conoscenza.

Il punto debole per questi gruppi criminali digitali potrebbe rivelarsi lo stesso che ha aiutato i governi a smantellare la mafia: pirati informatici che accettano di collaborare.
Un caso, citato da Bloomberg, è la storia di Sebastien Vachon-Desjardins.
L'uomo di origini canadesi, viveva in Quebec e lavorava per un'agenzia governativa. Da giugno ha accettato di dichiararsi colpevole dall’accusa di aver aiutato la banda di ransomware NetWalker a convertire Bitcoin in valuta canadese. Egli ha anche accettato di fornire informazioni su altri sospetti truffatori e di testimoniare a favore dell’accusa.
I dettagli interni su un gruppo di criminalità informatica possono aiutare la polizia a individuare le posizioni dei vari membri e aiutare il personale di sicurezza a conoscere le specifiche tecniche di hacking da cui proteggersi.
Per un imputato, la cooperazione potrebbe significare fare nomi, dare alla polizia l'accesso ad account su mercati illeciti o aiutare a capire il loro modus operandi. Un pentito agisce proprio come un virus in un computer, è il cavallo di Troia che non ti aspetti, capace di implodere all’interno delle organizzazioni criminali, con grave danno agli affari illeciti.
Bloomberg, nel suo articolo, cita anche i precedenti casi che misurano il valore di un testimone che collabora nello svelare i crimini informatici. Dmitry Smilyanets, che si è dichiarato colpevole della vendita di dati finanziari rubati prima di intraprendere una carriera nella sicurezza informatica, ha recentemente dichiarato al Wall Street Journal di aver aiutato la polizia ad arrestare più di nove sospetti truffatori.
Nel 2014, un ex membro del gruppo di hacker Anonymous ha operato sotto copertura offrendo quello che un giudice ha descritto come un livello di cooperazione "straordinario". L'hacker, Hector Monsegur, non ha esitato a voltare pagina, per aiutare i suoi figli a evitare il sistema di affidamento. Dopo aver permesso ad Anonymous di condurre attacchi informatici a MasterCard e PayPal, Monsegur, il cui nome di hacker era Sabu, ha svelato informazioni che hanno portato all'arresto di altre otto persone.
Insomma la ciberwar si combatte non solo alzando le difese informatiche ed accentuando la diffusione di una cultura ciber ma anche sottraendo risorse preziose in termini di personale perché non c’è sostanziale differenza tra una guerra contro la mafia tradizionale e quella informatica. Il fine rimane sempre lo stesso: l’arricchimento illecito.

IMPIANTATO IL PRIMO ORECCHIO BIONICO STAMPATO IN 3D

Eccezionale intervento ricostruttivo negli Stati Uniti apre le porte ad impensabili sviluppi nel campo della medicina rigenerativa e nei trapianti


Ha 20 anni, è messicana, e si chiama come una famoso apparato tecnologico diffuso da Amazon, Alexa. Da oggi, anche lei, ha qualcosa di futuribile impiantato nel proprio corpo. Un orecchio stampato in 3D realizzato con le cellule della stessa donna. Ne da notizia  il New York Times e rappresenta un straordinario progresso nel campo dell’ingegneria dei tessuti. Il capolavoro si è reso possibile grazie alla tecnologia sviluppata da un’azienda biotech americana, la 3DBio Therapeutics, leader nella medicina rigenerativa attraverso la biostampa in 3D per fornire tessuti ed organi viventi, funzionali e personalizzati, progettati secondo le esigenze sanitarie dei pazienti. La paziente che ha ricevuto l’orecchio bionico fa parte di una sperimentazione clinica che comprende 11 pazienti. Alexa era affetta da microtia, un raro difetto congenito che rende la parte esterna dell’orecchio piccolo e deformato. L’intervento è avvenuto nel marzo scorso ma è stato comunicato solo adesso e tutto sta procedendo bene. Il fatto che le cellule che hanno ricostituito il nuovo orecchio provengano dal tessuto stesso del paziente fa ben sperare e bassa la probabilità di rigetto. Anzi, l’orecchio bionico sta continuando a rigenerare il tessuto cartilagineo, conferendogli un aspetto naturale.
Le fasi dell’intervento sono degne di nota: un chirurgo ha rimosso una parte di cartilagine dal moncone esistente della paziente ed assieme ad una stampa in 3D dell’altro orecchio sano, sono stati inviati all’azienda 3DBio. Qui le cellule viventi sono state mescolate con il bioinchiostro a base di collagene prodotto dall’azienda. Questo è stato inserito con una siringa nella biostampante, la quale ha spruzzato il materiale replicando l’orecchio sano della paziente, così come un qualunque processo di riproduzione in 3D. La forma dell’orecchio stampata è stata spedita in un guscio protettivo in celle frigorifere ed il chirurgo, ricevuto il pacco (magari proprio da Amazon…) ha impiantato l’orecchio bionico sotto la pelle della paziente. Quando la pelle è stata tesa attorno all’impianto, è emersa la forma del nuovo orecchio.
I dirigenti dell’azienda 3DBio affermano che tale tecnologia potrà essere usata in altre parti del corpo come il naso, i dischi spinali, il menisco del ginocchio e la cuffia dei rotatori. Ma apre la strada anche alla produzione in 3D di organi vitali ben più complessi come il fegato, i reni e persino il pancreas, rivoluzionando il settore dei trapianti e l’aspettativa di vita dei pazienti affetti da gravi malattie. Certo, il percorso verso il trapianto in 3D di organi importanti del corpo umano è ancora molto lungo ma questa nuova tecnologia, che sta muovendo i primi passi, rappresenta un decisivo passo in avanti. La domanda da porsi adesso non è ‘se’ ma ‘quando’ sarà possibile. Sicuramente siamo testimoni di una rivoluzione scientifica che rappresenterà una pietra miliare nell’utilizzo della tecnologia 3D nei trapianti rigenerativi sull’essere umano.

 

STRAGE TEXAS, POLIZIA SOTTO ACCUSA

Alla fine sul banco degli imputati sta finendo la polizia locale per la lentezza nell'intervento alla strage avvenuta nella scuoa elementare nel Texas. Si ammettono i ritardi, si chiede scusa ma, ora, i vertici locali rischiano l'incriminazione.

MASCHERINA AVANTI TUTTA

Il governo sta valutando di prorogare anche dopo la scadenza fissata per il prossimo 15 giugno l'obbligo di mascherina su mezzi pubblici, treni e scuole. Per cinema e teatri si prospetta la fine di tale prescrizione.

TRUMP PENSA GIA' AL 2024

L'ex presidente Usa, Donald Trump, non ha mai smesso di punzecchiare il suo successore ma, più passa il tempo, e più si fa vivo l'interesse per le elezioni presidenziali che si svolgeranno nel 2024. In una Convention, a proposito dell'uso delle armi ha dichiarato:

"L'esistenza del male non è un motivo per disarmare i cittadini che rispettano la legge, anzi, è una delle ragioni per armarli."

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