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TRA RUSSIA ED INDIA UN FLUSSO DI PETROLIO E RUPIE
L’embargo europeo ed americano contro la Federazione Russa aggirato grazie alle importazioni di petrolio di paesi come l’India. Ma c’è un ma: come cambiare la valuta indiana in rubli? Ecco le operazioni internazionali in atto per portare a casa miliardi di valuta.

Impianto di raffinazione del petrolio di sera
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Possedere miliardi di rupie nelle banche indiane ma non essere in grado di utilizzarle. E’ questo il paradosso della Russia, frutto dei blocchi nei cambi a causa dei divieti imposti dalla comunità internazionale in conseguenza del conflitto in corso in Ucraina.

E’ Bloomberg a rilanciare la notizia attraverso la dichiarazione che il ministro degli Esteri Sergei Lavrov ha reso ai giornalisti nello stato occidentale indiano di Goa,  a margine della riunione dell'Organizzazione per la cooperazione di Shangai.

Secondo i dati del Ministero del Commercio e dell’Industria, nei primi 11 mesi dell'anno finanziario 2022-23, le importazioni dall’India sono aumentate vertiginosamente  rispetto al periodo precedente e si parla di cifre importanti, decine di miliardi. Questa impennata è arrivata per l’acquisto da parte delle raffinerie indiane di grossi quantitativi di petrolio russo, ad un prezzo scontato per l’embargo europeo verso la Russia.

Secondo Vortexa Ltd, una società di data intelligence, le importazioni di greggio russo dall'India hanno raggiunto un record di 1,68 milioni di barili al giorno ad aprile, sei volte rispetto all'anno precedente.

Il Cremlino ha inizialmente incoraggiato l'India a commerciare in valute nazionali a seguito delle sanzioni contro le banche russe e del divieto di transazioni tramite il sistema di messaggistica cosiddetto SWIFT. Ma la volatilità del rublo, a seguito del conflitto contro l’Ucraina  ha fatto sì che i piani per un meccanismo rupia-rublo per le importazioni di petrolio fossero abbandonati.

Lo squilibrio commerciale per la Russia significa che il volume dei fondi congelati “può raggiungere decine di miliardi di dollari”, ha affermato Alexander Knobel, direttore dell'Istituto di economia e finanza internazionale del Ministero dello sviluppo economico, sostenendo anche che “la situazione è aggravata dal deficit commerciale aggregato storicamente elevato dell'India, che riduce le possibilità di accordi con paesi terzi”.

Ricordiamoci che la Russia è il più grande fornitore di armi e hardware militare dell'India, sebbene le forniture per la difesa alla nazione dell'Asia meridionale si siano bloccate per mancanza di un meccanismo di pagamento che non violi le sanzioni statunitensi.

Infatti, Nuova Delhi non è stata in grado di saldare il conto in dollari a causa dei timori di incorrere in sanzioni secondarie, mentre la Russia è riluttante ad accettare rupie per gli acquisti.

Le raffinerie di petrolio indiane hanno cercato di pagare il greggio scontato utilizzando dirham, rubli e rupie degli Emirati Arabi Uniti. Gli scambi possono essere esentati dalle restrizioni internazionali se hanno un prezzo inferiore al prezzo massimo di 60 dollari al barile fissato dalle nazioni del Gruppo dei Sette e dai loro partner dell'Unione Europea.

I finanziatori indiani hanno aperto conti speciali presso banche russe per facilitare il commercio estero di rupie e mantenere il flusso di greggio, ma le difficoltà causate dalle restrizioni valutarie si ripercuotono sugli esportatori russi ed il flusso di denaro rimane sulla carta e difficilmente convertibile.

Rublo russo
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