
SPECIALE:
AUMENTANO I TUMORI AL COLON RETTO
Si abbassa l'età dei malati. Le cause e le cure.
Il parere del chirurgo proctologo Dott. Augustine Iroatulam

"Sono numerosi i fattori di rischio ma niente preoccupazioni: il tumore colorettale è prevenibile".
Dott. Augutine Iroatulam
Secondo il censimento ufficiale, grazie al lavoro svolto da varie associazioni, società e fondazioni operanti nel settore sanitario, raccolto nel volume “I numeri del cancro 2022” e reso noto dal Ministero della Salute, il tumore al colon retto è il secondo come incidenza in Italia subito dopo quello della mammella. Secondo una ricerca condotta dall’American Cancer Society, il cancro al colorettale sta aumentando soprattutto tra gli under 55, con un incremento in questa fascia di età del 20%. Le stime Usa per il 2023 parlano di un totale di casi diagnosticati di 153 mila, d cui ben 19.500 under 50.
Abbiamo chiesto ad un esperto in materia, come il dottor. Augustine Iroatulam, che cosa sta accadendo e che cosa è possibile fare.
Il dottor Iroatulam, oltre ad essere il responsabile della chirurgia proctologia dell’Ospedale San Jacopo di Pistoia, ha perfezionato le tecniche di chirurgia colorettale presso la clinica Cleveland in Florida dal 1996 al 1998. Fondatore della società nigeriana delle malattie colorettali, opera in Italia anche in regime di libera professione extramoenia. Autore di numerose pubblicazioni, ha risposto alle nostre domande ed ai tanti dubbi in materia.
Dottor Iroatulam, quali sono le cause del tumore al colon rettale?
“Possiamo identificare l’aumento del cancro del retto sia nell’aumento dei fattori di rischio ambientali sia nello stile di vita in generale.
Parlando dei fattori di rischio ambientale ci si riferisce all’immissione nell’ambiente di sostanze cancerogene come i microplastici, ma anche gli antibiotici stessi, l’amianto, i metalli pesanti, i prodotti della combustione di materiali fossili, l’erbicida glifosfato. Quest’ultimo, secondo i dati del ministero della Salute, impatta, fino ad ora, per 10 milioni di tonnellate ed è stato utilizzato nei nostri terreni, compresi i giardini delle scuole.
Tutto ciò può contribuire all’aumento della trasformazione delle cellule normali in cellule tumorali.
Lo stile di vita, come le abitudini alimentari con l’eccessivo consumo di carne rossa, l’alcool, il fumo. l’inadeguata attività fisica e l’eccesso del peso corporeo contribuiscono all’aumento del cancro colorettale.
Anche l’invecchiamento della popolazione contribuisce ad incrementare l’incidenza di tali tipi di tumori”.
Quali sono i fattori di rischio?
“I fattori di rischio per il tumore colorettale posso essere identificati in una scala quale: 1. Familiarità 2. Stile di vita 3. Età 4. Sesso.
Il principale fattore di rischio è la storia della familiarità della malattia. I parenti di primo grado (fratelli o figli) di un paziente con etp del colorettale hanno fino a 4 volte il rischio di sviluppare la stessa malattia rispetto agli altri. Esso aumenta ulteriormente se la diagnosi della malattia è stata fatta all’età superiore di 50 anni.
Si calcola che circa il 30% dei pazienti col tumore colorettale hanno una storia familiare della stessa malattia.
Il 55% dei tumori colorettali sono attribuibili allo stile di vita. Come risposto nella precedente domanda si tratta di un regime alimentare non sano, il fumo, l’uso dell’alcol (60% della popolazione italiana fra 18-79 anni dichiara di fare uso di bevande alcoliche).
Ovviamente chi beve 4 drinks rischia molto di più di chi ne beve uno.
Abbiamo detto dell’età, l’invecchiamento è un fattore di rischio per lo sviluppo anche nel tempo del tumore colorettale. L’incidenza aumenta dell’80% ogni gruppo di 5 anni per poi diminuire dai gruppi di 55-59 in su a 20-30%.
Passando poi al sesso, l’incidenza del tumore è più alta nel sesso maschile rispetto a quello femminile”.
Quale è la sintomatologia?
“I sintomi più comuni sono: il cambiamento delle abitudini
dell’evacuazione del proprio intestino. Per esempio, la comparsa della stitichezza in una persona che di solito è regolare, deve essere segnalata al proprio medico, perché potrebbe significare un tumore che cresce verso il lume intestino e che tende a rallentare il flusso regolare delle feci e ciò può rendere stitico il paziente. Occorre prestare attenzione anche all’alternarsi di diarrea e stitichezza come alla variazione della forma delle feci stesse. La Perdita di sangue dall’ano durante l’evacuazione o meno, di qualsiasi colore (rosso vivo, rosso scuro), può essere un ulteriore campanello d’allarme, anche se, è bene precisare che la principale causa del sangue rosso vivo anale è imputabile alle emorroidi, ma bisogna che questa venga confermata da un esperto, per escludere un tumore del retto basso. Infine si può registrare la presenza di dolore e crampi addominali, come di gonfiore, fino ad arrivare a causare anche una occlusione intestinale”.
Che ruolo gioca la prevenzione?
“Il cancro colorettale, pur essendo la seconda causa di morte da tumore, è una delle malattie più prevedibili. Si calcola che fra quando la cellula colorettale si trasforma in un polipo a quando diventa il cancro passano almeno 10 anni. Questo fatto significa che un buon programma di sorveglianza e controllo della popolazione può fare molto nel prevenire questo tipo di tumore.
Abbiamo individuato i fattori di rischio per lo sviluppo del tumore ed ogni sforzo che miri a prevenirlo deve indirizzarsi verso la correzione di tali fattori di rischio.
Occorre quindi praticare una buona attività fisica, introdurre nella dieta frutta e verdure, nonché ridurre il consumo della carne rossa. Tutto questi comportamenti di tipo salutare aiutano a prevenire l’insorgere della trasformazione delle cellule nella linea tumorale.
Anche la riduzione del consumo delle bevande alcoliche (specialmente i superalcolici), ancora meglio la completa eliminazione dell’alcool nella dieta, produce benefici nella lotta al tumore colorettale: lo sostiene anche il ministero della Salute “per prevenire il cancro bisogno evitare bevande alcoliche”.
Ricordiamo che il tabagismo ha un ruolo molto importante per lo sviluppo di tale tipo di tumore.
La sedentarietà e l’aumento del peso corporeo vanno evitati.
Pertanto la madre di tutte le prevenzioni è rappresentata dallo screening.
Sottoporsi periodicamente agli esami per captare il primi segni della presenza del tumore è fondamentale nella prevenzione dello sviluppo del tumore stesso.
Anche se ci sono metodi indiretti per farlo (come la ricerca del sangue occulto nelle feci), il metodo più efficace rimane la COLONSCOPIA che riesce ad individuare i polipi sul loro nascere”.
Parliamo della cura.
“Oggi giorno L’oncologia medica insieme alla chirurgia possono fare grandi cose per il malato del tumore colorettale. Il successo nella cura è maggiore quanto è più precoce la diagnosi, ecco dunque l’importanza dello screening.
Una volta fatta la diagnosi del cancro, il paziente vieni gestito da un gruppo multidisciplinare che valuta lo stato di avanzamento della malattia ( detta stadiazione). Una volta eseguita la stadiazione il paziente viene assegnato al tipo di cura adatto alla sua malattia, con l’intenzione di offrire a lui/lei LA MIGLIORE CURA che può essere rappresentata da:
a) solo chemioterapia;
b) solo chirurgia;
c) chemioterapia prima o dopo l’Intervento chirurgico.
Il paziente viene seguito anche dopo la cura con l’intenzione di identificare precocemente qualsiasi eventuale segno della ripresa della malattia stessa”.
In che cosa consiste l’esame della colonscopia?
“La COLONSCOPIA consiste nell’introduzione di un piccolo tubo contente un colonscopio, dotato di una piccola telecamera che visualizza tutto l’intestino grosso, ispezionando la sua superficie centimetro per centimetro, ingrandendo l’immagine di essa, per individuare una eventuale alterazione della normale forma dell’organo. Se viene individuato un polipo il medico endoscopista può toglierlo e recuperarlo per un esame istologico che definirà la natura del polipo stesso.
Per vedere bene la superficie del colon, l’organo deve essere pulito e privo di feci. Per avere questo tipo di pulizia il paziente assumerà dei lassativi.
Non ci sono grosse controindicazioni se non per una nota malattia denominata diverticolare e sarà l’endoscopista stesso a decidere se proseguire con l’esame oppure no”.
Che consiglio si sente di dare ai pazienti?
“Il messaggio che rivolgo ai miei pazienti è semplice e rassicurante:
Il tumore colorettale è facilmente prevenibile. Occorre cercare di eliminare o ridurre i fattori di rischio. E sottolineo l’importanza dello screening. I pazienti che hanno la familiarità per la malattia tumorale colorettale non possono sottovalutare il fatto che essi siano molto più a rischio rispetto agli altri. A tutti consiglio di seguire i programmi di sorveglianza/screening disponibili nella loro realtà. Qualsiasi metodo di screening è utile anche se alcuni possono avere delle limitazioni.
Ove possibile, la colonscopia deve essere eseguita con il raggiungimento dei 50 anni di età. Ripeto, la prevenzione è la miglior cura”.
