top of page

HAI UN CAMINO? DEVI FARE IL CIT…

In Toscana partono le verifiche sull’obbligo di accatastamento di camini, stufe e caldaie. Multe fino a 3 mila euro. Il caso Lombardia.

Piedi vicino al fuoco

Si avvicina la fine del cosiddetto focolare domestico, cioè del caminetto acceso e schioppettante, che fa tanto inverno e feste natalizie? A vedere l’orientamento in Toscana sembrerebbe proprio di si e solo questione di tempo.
Come riporta il sito Siert della Regione Toscana, in ottemperanza alla delibera n. 222 del 6 Marzo 2023, è fatto obbligo ai proprietari di abitazioni di procedere all’accatastamento dei camini, aperti o chiusi,  e di tutte le altre tipologie di generatori  a biomassa, alimentati a legna, pellet, cippato, quando presente e con potenza inferiore a 10Kw. Rimangono escluse le cosiddette cucine economiche, le stufe cioè dedicate alla cottura dei cibi e non collegate all’impianto di riscaldamento della casa.
La Regione Toscana tiene a precisare che si tratta solamente di un censimento (peraltro obbligatorio), nell’ambito delle iniziative rivolte a contrastare l’inquinamento atmosferico dalle polveri sottili PM10 e che la procedura non comporta costi. Ma la denuncia ha il carattere della  obbligatorietà. Che cosa succede a chi non provvede? La società incaricata dei controlli sugli impianti termici, come le caldaie a gas, procederà tramite propri incaricati ad effettuare le verifiche anche sui generatori a biomassa. Nel caso in cui gli ispettori preposti riscontreranno il mancato accatastamento, il proprietario sarà invitato ad effettuarlo entro 30 giorni successivi al controllo. E solo in caso in cui non si procederà scatteranno le multe, salate, con una sanzione amministrativa fino a 3.000 euro. Ma attenzione, per gli impianti superiori a 10 kw, come per i nuovi impianti installati dopo il 15 marzo 2023, il compito di dichiarare il camino spetta ad un tecnico installatore e non si può eseguire in autonomia la procedura semplificata. Quindi la parola di procedura gratis, in questo caso, non è più tale.
Ma non solo in Toscana, infatti, in Lombardia le norme dedicate sono ancora più stringenti. Per utilizzare gli impianti a biomassa legnosa, quali stufe, caminetti o caldaie, in applicazione di un Decreto Ministeriale (n. 186/2017) che attribuisce delle stelle da 1 a 5 per tali forme di riscaldamento, si può utilizzare un impianto già installato solo se possiede 3 stelle, e fino all’ottobre 2024 anche meno purché sia l’unica fonte di riscaldamento della casa. Per gli impianti nuovi si richiede un minimo di 4 stelle, e dal 15 ottobre 2024, per i comuni  lombardi con altitudine inferiore a 300 metri slm, si richiede anche una emissione di polvere sottili contenuta, secondo una tabella predisposta. Inoltre, quando i limiti di qualità dell’aria sono superati per più giorni consecutivi, vengono applicate limitazioni temporanee all’utilizzo di queste forme di riscaldamento (fonte: Regione Lombardia). Insomma tempi più duri un pò per tutti.
Tornando alla Toscana,  vedremo in quanti si autodenunceranno oppure aspetteranno i controlli. 
C’è da immaginare che in questo inverno, nel buio della sera, ispettori regionali  con il naso all’insù, rivolto verso i tetti, scruteranno i segnali di fumo provenienti dai comignoli, alla ricerca di impianti da dichiarare. Sarà solo questione di tempo e tutti gli impianti verranno censiti. Ed in nome dell’inquinamento e della salute molti saranno dismessi o notevolmente limitati. 

bottom of page