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L'editoriale del direttore: QUANDO L'INTELLIGENZA FA PAURA

L'Italia si mette al pari di paesi come Cina, Iran, Afghanistan, Venezuela e Russia e banna l'intelligenza artificiale. Il garante della privacy è intervenuto manifestando tutti i dubbi di una materia ancora non regolamentata e molto lacunosa. A Microsoft, proprietario della ChatGPT non è rimasto che disabilitare il sito per l'uso nel nostro paese. La storia, purtroppo è piena di casi in cui la scienza ha trovato ostacoli sul proprio cammino e la frase ripetuta era sempre la stessa: l'umanità non è pronta ad affrontare certe rivoluzioni. Elon Musk, assieme ad un migliaio di scienziati ha firmato una petizione per chiedere una moratoria di almeno sei mesi nel campo dell'intelligenza artificiale per i rischi che correrebbe l'umanità, argomentazione che farebbe sorridere perché detta da colui che fa guidare le macchine Tesla da sole e tra qualche anno vorrebbe portare l'uomo su Marte ma che, invece, nasconde una verità difficilmente confessabile. Sulla A.I. sono in ballo interessi di miliardi di dollari in una battaglia contesa tra i grandi gruppi Microsoft, Google ed Apple. Il primo che riuscirà a realizzare compiutamente tale impresa avrà in mano le chiavi di un futuro possibile. Questa è la questione centrale, altro che privacy del signor Rossi o Verdi. Non si può fermare il progresso con una norma, non ci sono riusciti in altri campi figuriamoci nel mondo magmatico di internet dove, come diciamo sempre, il solo limite è dettato dall'immaginazione.

Il direttore Fabrizio Giannini




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