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Un Draghi di troppo

Sorprende l’interventista Mario Draghi, sempre più protagonista della scena politica interna ed internazionale. Parla, precisa, prende impegni, talvolta dimenticando di essere un premier tecnico, non eletto, incaricato di portare il paese alle elezioni politiche 2023, realizzando il Pnrr e fronteggiando le situazioni che si vengono a creare ma sempre con il consenso della maggioranza e non certo motu proprio. Dovrebbe quindi essere super partes, una specie di garante costituzionale, nel solco della maggioranza e del parlamento ma, ultimamente, il premier si è fatto prendere la mano. Ed ecco precisare in sede internazionale che Putin non parteciperà al prossimo G20, che l’Italia è pronta a difendere da subito le candidate Nato Finlandia e Svezia da eventuali aggressioni. E che dire delle problematiche interne. Draghi chiama Grillo e si lamenta di Conte, consigliandone una sua sostituzione; Draghi si impunta contro tutti sul 110 e chiude a proroghe o ulteriori soldi. Insomma ha forse intenzione di entrare in campo oppure con tutto questo attivismo, invece, vuol provocare una rottura? Certo qualcosa è cambiato e la resa dei conti è più vicina di quanto si pensi.



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