
Tre domande nel campo a sinistra
L'elezione della Schlein come segretario Pd rimescola le carte nello schieramento.
Abbiamo posto tre domande sulle prospettive che si aprono ad autorevoli esponenti della sinistra.
Dopo l'ex vicepresidente del Senato Vannino Chiti, la parola all'ex ministro On. Valdo Spini.
Ecco le domande che abbiamo posto:
1) Che cosa pensa dell'elezione a segretario Pd di Elly Schlein?
2) Quali prospettive si aprono per la sinistra italiana?
3) Il Pd come motore e catalizzatore del centro sinistra oppure dovrebbe sciogliersi e nascere una nuova casa comune?
Ecco le risposte...

VALDO SPINI:
La Schlein porta un segno di vitalità ma non sarà sufficiente. Una coalizione vincente di centro-sinistra necessita di un punto di riferimento riformista
1- L’ elezione della Schlein rappresenta indubbiamente una novità sia per la figura della nuova segretaria, uscita dal PD e poi rientrata alla vigilia dell’elezione stessa, sia per essere frutto di un voto aperto che ha capovolto l’esito delle votazioni nei circoli che aveva invece visto vincitore Stefano Bonaccini. In linea di massimo io non sarei stato troppo favorvole a questo spossessamento dei poteri degli iscritti. Ma le circostanze politiche delle elezioni della Schlein mi fanno superare questo sentiemento. Ciò perchè nei lunghi mesi che sono intercorsi tra le elezioni del 28 settembre e le elezioni della nuova segretaria, il PD aveva deciso in senso negativo rispetto a quella proposta di Costituente che da molte parti gli era venuta come risposta democratica alla paralisi in cui il PD stesso si era venuto a trovare. In tal senso il fatto stesso che alle primarie aperte abbiano partecipato molte più persone di quelle che avevano partecipato nei circoli è stato certamente un segno della vitalità del partito e del suo elettorato di cui la Schein con la sua candidatura può senz’altro assumersi il merito.
2- Non c’è dubbio che quella della Schlein, si sia caratterizzata con una candidature di “sinistra”. In tal senso seondo i sondaggi, permetterebbe al PD di recuperare elettorato sia tra quello del M5S che dalla galassia degli astensionisti. Tutto questo a mio parere è positivo, ma non basta di per se a creare le condizioni per la vittoria di una coalizione di centro-sinistra.
Per fare questo occorre che ci sia anche un punto di riferimento riformista che possa allearsi col PD. La reazione del cosiddetto Terzo Polo (Calenda, Renzi) sembra essere quella di un allontanamento. A questo punto diventa importante il ruolo del piccolo partito socialista italiano se questo, con gli annunciati stati generali, si dimostrerà capace di precisare una piattaforma di contenuti programmatici e di allargare la sua rappresentatività. Per vincere non basterebbe una sinistra di opposizione ma ci vuole anche una sinistra di Governo. Ho potuto scoprire che la Schlein aveva come nonno materno, il senatore socialista Agostino Viviani, protagonista degli anni ‘70 di tante battaglie dei diritti civili e questo potrebbe rappresentare un elemento se non altro di comprensione nei confronti di una diaspora socialista sostanzialmente finora negletta.
3- Il problema non è come lo vedo io ma il problema è come si vedano loro stessi. Rispetto ad inviti come quelli di Rosy Bindi a sciogliersi non c’è dubbio che la conclusione della vicenda congressuale costituirà una spinta per il PD a rimanere in piedi e operare come partito. Ma già premono le nuove scadenze, le elezioni regionali del Friuli del prossimo aprile, le amministrative della primavera 2024, e soprattutto le elezioni europee di quell’anno. Spero e mi auguro che in particolare in occasione delle elezioni europee il PD decida di fare qualcosa di nuovo e non più l’alleanza dei progressisti e democratici di Letta che espungeva il nome socialista. Per arrivarci però non ci si può affidare alla sola dialettica interna del PD ma occorre che gli stati generali del socialismo italiano diano luogo a un risultato concreto e che questo provochi un dialogo non effimero ma serio e impegnato.

VANNINO CHITI:
Ritorna l'entusiasmo, nessun scioglimento ma una nuova fase Costituente perché non si vive di sole primarie
1- L'elezione di Elly Schlein è un fatto positivo. Ha smosso un entusiasmo che sembrava spento o sopito. In una settimana più di 7000 persone si sono iscritte al PD. Ha un compito difficile : dirigere un partito che deve essere rinnovato nel profondo; dare coerenza politica alle parole discontinuità, lavoro, giustizia sociale, ambiente, pace. E costruire questa identità culturale e programmatica sapendo al momento di essere in minoranza tra gli iscritti. Può farcela se non deluderà le aspettative di chi ha visto in lei la speranza di una Sinistra, alternativa alla destra, capace di tornare a rappresentare il mondo del lavoro, di lottare per superare le povertà e le disuguaguaglianze, di battersi per i diritti umani.
2- La Sinistra deve sapersi unire e contribuire a unire le opposizioni al governo della destra. Bisogna costruire proposte per il diritto a un lavoro stabile, un salario degno, un fisco giusto e progressivo affrontando i 100 miliardi di evasione annua, garantendo la sanità e l'istruzione pubbliche, che la destra sta privatizzando. C'è uno spazio vasto davanti alla Sinistra, se il PD torna a fare la sinistra.
3- Non ha senso sciogliersi o cambiare nome. Ha senso dare vita a una fase costituente della sinistra che coinvolga e recuperi le tante persone che si sono allontanate, non votano o votano per altre forze politiche. Non si può vivere di primarie e di scelta solo di candidati. Dobbiamo discutere di identità culturale e di vaori, di programmi, di alleanze a partire dai programmi, non in astratto, di forma partito perché non serve una confederazione di correnti. Penso che lo scossone dato con il voto a Elly Schlein ci abbia dato questo messaggio. Se sapremo farlo, il PD sarà il perno di una nuova coalizione progressista. Se si fallirà, dubito che possa esserci una prova d'appello. È interesse non solo della Sinistra ma dell'Italia che questa speranza affidata al PD si realizzi.