Mentre la pandemia da Covid sembra solo un lontano ricordo ed i turisti ritornano a scoprire le gioie del “bel paese”, proprio in previsione di quella che sarà la stagione estiva con l’attesa di vere e proprie orde di vacanzieri in arrivo, c’è una Regione che ha pensato bene di porre un argine al numero di visitatori nel tentativo di prevenire i danni derivanti da un turismo di massa incontrollato.
E’ la Regione autonoma dell'Alto Adige, che ha introdotto un limite ai visitatori che decidono di pernottare nel territorio, imponendo il divieto di nuove aperture di strutture ricettive, a meno che un'altra non abbia chiuso. Di questo ne ha parlato persino la Cnn.
Il Trentino-Alto Adige confina con l'Austria, ed è una delle più note porte di accesso alle montagne del comprensorio delle dolomiti, con i visitatori che si riversano qui non solo nel periodo invernale per le ben attrezzate piste da sci ma anche in quello estivo.
Arnold Schuler, responsabile per il turismo nella provincia di Bolzano, promotore della nuova legge, ha detto alla Galileus Web che la Regione aveva “raggiunto il limite” di quello che poteva ricevere.
Nell’intervista egli sostiene che tutto il comprensorio deve fare i conti con i problemi legati al traffico e che i residenti trovano persino difficoltà a trovare un “posto dove vivere”- aggiungendo che lo scopo è quello di “garantire la qualità della vita per i locali ed i turisti”.
Secondo Schuler la fama dell’Alto Adige come un luogo paradisiaco inizia ad essere messa a rischio, proprio per l’alto numero dei visitatori.
Secondo di dati delle presenze, nel 2022 la Regione ha registrato 34 milioni di pernottamenti.
Schuler ritiene che il settore del turismo sia molto importante “per noi, per il lavoro e per l'economia, ma eravamo arrivati al punto di non ritorno, quindi abbiamo adottato queste misure per garantire una migliore qualità del flusso di persone e per garantire l'alloggio ai turisti”.
La legge, entrata in vigore ormai da alcuni mesi, impedisce a chiunque di aprire una nuova struttura (incluso un Airbnb o Booking) o di aggiungere altre stanze senza chiedere il permesso alla propria autorità locale.
Il numero di posti letto ufficialmente registrati al 2019 è stato fissato a poco meno di 230.000. Gli imprenditori ora hanno tempo fino al 30 giugno per segnalare alle autorità quanti ospiti hanno effettivamente accolto nel 2019, aggiungendo anche i divani letto al conteggio, che in precedenza non erano stati inseriti nelle cifre ufficiali. Il numero finale segnerà il limite, che non potrà essere superato in futuro. Ogni esercizio avrà il suo numero di locali fisso, ed ogni Comune avrà il totale di tutti gli esercizi sotto la sua autorità.
Per aiutare le piccole imprese, verranno assegnati ulteriori 7.000 “posti letto” tra gli enti locali altoatesini da distribuire a loro piacimento alle piccole imprese che hanno una capacità ricettiva inferiore a 40 ospiti. Altri 1.000 “posti letto” saranno assegnati in via eccezionale se, in futuro, qualcuno volesse aprire un'attività in una località a bassissimo tasso di turismo.
Ma nemmeno i vacanzieri giornalieri ne rimarranno indenni. Si procederà a nuove limitazioni sul modello di quanto avviene, nel periodo di alta stagione, al Lago di Braies, dove l’accesso con le auto è solo su prenotazione oppure all'Alpe di Siusi, dove la strada per l'altopiano è chiusa dalle 9:00 alle 17:00. ai veicoli privati e chiunque voglia viaggiare deve utilizzare i mezzi pubblici, con esenzione per i residenti e coloro che hanno prenotazioni alberghiere sull'Altopiano.
Schuler afferma che questo sistema sarà “sicuramente fatto in altre aree” della Regione. Limitare l'accesso ai luoghi più popolari avvantaggia tutti. “Non sono solo i locali ad essere felici - egli sostiene - ma anche i turisti che hanno meno problemi di accesso, hanno parcheggio e possono trovare un posto dove mangiare”.
C’è anche il problema dell’alloggio per le persone che vivono in queste zone super affollate di turisti. Secondo Schuler “sta diventando sempre più difficile trovare una casa perché molte sono state trasformate in alloggi turistici", e, di conseguenza, i costi di affitto sono aumentati, per non parlare dei costi di acquisto.
La Regione ha una popolazione di circa 532.000 unità, con abitanti che superano i letti turistici di circa due a uno – ma quella media è dovuta ad alcune aree che vedono poco turismo. Esistono infatti zone dove il numero di letti turistici supera abbondantemente gli abitanti.
Insomma, il modello di riferimento è Venezia o quello che si sta tentando di impostare alle Cinque Terre: sostenibilità, difesa del territorio, fruibilità limitata per poter consentire a tutti di usufruire delle bellezze della nostra terra ma senza che esse siano messe a rischio da un turismo selvaggio ed irresponsabile. Si tratta di un modello di turismo sostenibile che dovrebbe, e forse sarà, adottato in tutto il territorio.