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UN COMPUTER NEL CERVELLO
Il primo sistema wireless di Paradromics, impiantato nel cervello, cambia il futuro della comunicazione umana e dissolve i confini tra pensiero e tecnologia. Ecco che cosa potrà accadere
Un passo che fino a pochi anni fa sembrava fantascienza oggi è realtà: Paradromics, startup statunitense in collaborazione con l’Università del Michigan, ha annunciato il successo del primo impianto umano di una interfaccia cervello-computer wireless denominata Connexus. Si tratta di un dispositivo dotato di centinaia di microelettrodi in grado di registrare e trasmettere segnali neurali ad altissima precisione, senza bisogno di cavi, con un sistema minimamente invasivo.
L’obiettivo immediato è clinico: restituire voce e movimento a chi ha perso queste funzioni a causa di gravi malattie o traumi. Ma il potenziale va ben oltre. La capacità di tradurre pensieri in comandi digitali apre la strada a un futuro in cui l’interazione con la tecnologia non passerà più attraverso mani, occhi o voce, ma direttamente dal cervello.
Il vero salto è la wireless revolution: le precedenti soluzioni di BCI (Brain-Computer Interface) richiedevano fili collegati al cranio, con rischi di infezione e mobilità limitata. Connexus invece punta a una vita quotidiana integrata, con impianti sicuri e stabili. Questo non solo accelera l’applicazione medica, ma rende plausibile una futura diffusione più ampia.
Gli interrogativi, naturalmente, sono enormi. Dalla privacy dei pensieri — chi potrà accedere ai dati cerebrali? — alla possibilità di creare nuove forme di controllo o manipolazione. Ma è altrettanto vero che questa tecnologia apre scenari mai visti: comunicazioni “telepatiche” tra persone, controllo di protesi o robot con la mente, esperienze nel metaverso totalmente immersive.
L’umanità si trova così di fronte a una soglia storica. Il passo di Paradromics non è solo un progresso medico, ma un segnale del futuro che avanza: un futuro in cui i confini tra pensiero e tecnologia iniziano a dissolversi.
IMPIANTATO IL PRIMO ORECCHIO BIONICO STAMPATO IN 3D
Eccezionale intervento ricostruttivo negli Stati Uniti apre le porte ad impensabili sviluppi nel campo della medicina rigenerativa e nei trapianti
Ha 20 anni, è messicana, e si chiama come una famoso apparato tecnologico diffuso da Amazon, Alexa. Da oggi, anche lei, ha qualcosa di futuribile impiantato nel proprio corpo. Un orecchio stampato in 3D realizzato con le cellule della stessa donna. Ne da notizia il New York Times e rappresenta un straordinario progresso nel campo dell’ingegneria dei tessuti. Il capolavoro si è reso possibile grazie alla tecnologia sviluppata da un’azienda biotech americana, la 3DBio Therapeutics, leader nella medicina rigenerativa attraverso la biostampa in 3D per fornire tessuti ed organi viventi, funzionali e personalizzati, progettati secondo le esigenze sanitarie dei pazienti. La paziente che ha ricevuto l’orecchio bionico fa parte di una sperimentazione clinica che comprende 11 pazienti. Alexa era affetta da microtia, un raro difetto congenito che rende la parte esterna dell’orecchio piccolo e deformato. L’intervento è avvenuto nel marzo scorso ma è stato comunicato solo adesso e tutto sta procedendo bene. Il fatto che le cellule che hanno ricostituito il nuovo orecchio provengano dal tessuto stesso del paziente fa ben sperare e bassa la probabilità di rigetto. Anzi, l’orecchio bionico sta continuando a rigenerare il tessuto cartilagineo, conferendogli un aspetto naturale.
Le fasi dell’intervento sono degne di nota: un chirurgo ha rimosso una parte di cartilagine dal moncone esistente della paziente ed assieme ad una stampa in 3D dell’altro orecchio sano, sono stati inviati all’azienda 3DBio. Qui le cellule viventi sono state mescolate con il bioinchiostro a base di collagene prodotto dall’azienda. Questo è stato inserito con una siringa nella biostampante, la quale ha spruzzato il materiale replicando l’orecchio sano della paziente, così come un qualunque processo di riproduzione in 3D. La forma dell’orecchio stampata è stata spedita in un guscio protettivo in celle frigorifere ed il chirurgo, ricevuto il pacco (magari proprio da Amazon…) ha impiantato l’orecchio bionico sotto la pelle della paziente. Quando la pelle è stata tesa attorno all’impianto, è emersa la forma del nuovo orecchio.
I dirigenti dell’azienda 3DBio affermano che tale tecnologia potrà essere usata in altre parti del corpo come il naso, i dischi spinali, il menisco del ginocchio e la cuffia dei rotatori. Ma apre la strada anche alla produzione in 3D di organi vitali ben più complessi come il fegato, i reni e persino il pancreas, rivoluzionando il settore dei trapianti e l’aspettativa di vita dei pazienti affetti da gravi malattie. Certo, il percorso verso il trapianto in 3D di organi importanti del corpo umano è ancora molto lungo ma questa nuova tecnologia, che sta muovendo i primi passi, rappresenta un decisivo passo in avanti. La domanda da porsi adesso non è ‘se’ ma ‘quando’ sarà possibile. Sicuramente siamo testimoni di una rivoluzione scientifica che rappresenterà una pietra miliare nell’utilizzo della tecnologia 3D nei trapianti rigenerativi sull’essere umano.
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Alla fine sul banco degli imputati sta finendo la polizia locale per la lentezza nell'intervento alla strage avvenuta nella scuoa elementare nel Texas. Si ammettono i ritardi, si chiede scusa ma, ora, i vertici locali rischiano l'incriminazione.
MASCHERINA AVANTI TUTTA
Il governo sta valutando di prorogare anche dopo la scadenza fissata per il prossimo 15 giugno l'obbligo di mascherina su mezzi pubblici, treni e scuole. Per cinema e teatri si prospetta la fine di tale prescrizione.
TRUMP PENSA GIA' AL 2024
L'ex presidente Usa, Donald Trump, non ha mai smesso di punzecchiare il suo successore ma, più passa il tempo, e più si fa vivo l'interesse per le elezioni presidenziali che si svolgeranno nel 2024. In una Convention, a proposito dell'uso delle armi ha dichiarato:
"L'esistenza del male non è un motivo per disarmare i cittadini che rispettano la legge, anzi, è una delle ragioni per armarli."