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Gisele Bündchen “clonata” dall’IA:
il caso che sconvolge il mondo del gossip
e del digitale
Un’organizzazione criminale in Brasile ha usato deepfake della supermodella per truffe milionarie online. Un caso che intreccia celebrità, tecnologia e l’ombra inquietante dell’intelligenza artificiale fuori controllo
È la notizia più chiacchierata delle ultime ore: Gisele Bündchen, ex moglie di Tom Brady e icona mondiale della moda, è stata vittima di una truffa digitale di proporzioni clamorose, in cui la sua immagine è stata replicata artificialmente grazie alla tecnologia dei deepfake. Un’organizzazione criminale brasiliana avrebbe utilizzato video e foto generate dall’intelligenza artificiale per impersonare la modella e promuovere falsi prodotti di bellezza su Instagram, raccogliendo in poche settimane oltre 20 milioni di reais, quasi 4 milioni di dollari.
Il meccanismo era tanto semplice quanto inquietante: gli utenti vedevano apparire sui social clip iperrealistici in cui Gisele sembrava consigliare nuovi cosmetici, partecipare a giveaway o lanciare sconti esclusivi per i suoi fan. Tutto falso. Ma la voce, il volto e persino i movimenti erano perfettamente credibili.
Le autorità brasiliane, intervenute dopo decine di denunce, hanno scoperto una rete internazionale di frodi digitali che sfruttava non solo il nome di Bündchen, ma anche quello di altre celebrità sudamericane e influencer globali.
Il caso ha aperto un dibattito senza precedenti: la frontiera del crimine digitale si è spostata dal furto d’identità al furto di realtà. Con l’avvento dei sistemi generativi sempre più sofisticati, chiunque può diventare protagonista inconsapevole di un contenuto che non ha mai girato, di una frase che non ha mai pronunciato, di un gesto che non ha mai compiuto.
Gisele, che si è detta “sconvolta e ferita”, ha annunciato tramite il suo entourage legale di voler “intraprendere tutte le azioni necessarie per difendere il proprio nome e la propria immagine”. Il Brasile, nel frattempo, si interroga sulla necessità di una legislazione urgente contro l’uso criminale dell’intelligenza artificiale, mentre piattaforme come Meta e Instagram promettono nuove barriere tecnologiche per identificare i contenuti sintetici.
Ma al di là del clamore mediatico, questa vicenda rappresenta un punto di non ritorno. Se persino Gisele Bündchen può essere replicata digitalmente con tale perfezione, chi sarà il prossimo? Cantanti, politici, attori, influencer: nessuno sembra più al sicuro. E mentre il confine tra realtà e finzione si assottiglia, la società si trova davanti a una sfida epocale — imparare a convivere con una verità digitale in cui l’occhio non basta più per credere.
Il gossip, in fondo, non è mai stato così reale e così falso allo stesso tempo.
E il volto di Gisele Bündchen — quello vero — rischia di diventare il simbolo di un’era in cui la bellezza e la fama possono essere rubate da un algoritmo.
IMPIANTATO IL PRIMO ORECCHIO BIONICO STAMPATO IN 3D
Eccezionale intervento ricostruttivo negli Stati Uniti apre le porte ad impensabili sviluppi nel campo della medicina rigenerativa e nei trapianti
Ha 20 anni, è messicana, e si chiama come una famoso apparato tecnologico diffuso da Amazon, Alexa. Da oggi, anche lei, ha qualcosa di futuribile impiantato nel proprio corpo. Un orecchio stampato in 3D realizzato con le cellule della stessa donna. Ne da notizia il New York Times e rappresenta un straordinario progresso nel campo dell’ingegneria dei tessuti. Il capolavoro si è reso possibile grazie alla tecnologia sviluppata da un’azienda biotech americana, la 3DBio Therapeutics, leader nella medicina rigenerativa attraverso la biostampa in 3D per fornire tessuti ed organi viventi, funzionali e personalizzati, progettati secondo le esigenze sanitarie dei pazienti. La paziente che ha ricevuto l’orecchio bionico fa parte di una sperimentazione clinica che comprende 11 pazienti. Alexa era affetta da microtia, un raro difetto congenito che rende la parte esterna dell’orecchio piccolo e deformato. L’intervento è avvenuto nel marzo scorso ma è stato comunicato solo adesso e tutto sta procedendo bene. Il fatto che le cellule che hanno ricostituito il nuovo orecchio provengano dal tessuto stesso del paziente fa ben sperare e bassa la probabilità di rigetto. Anzi, l’orecchio bionico sta continuando a rigenerare il tessuto cartilagineo, conferendogli un aspetto naturale.
Le fasi dell’intervento sono degne di nota: un chirurgo ha rimosso una parte di cartilagine dal moncone esistente della paziente ed assieme ad una stampa in 3D dell’altro orecchio sano, sono stati inviati all’azienda 3DBio. Qui le cellule viventi sono state mescolate con il bioinchiostro a base di collagene prodotto dall’azienda. Questo è stato inserito con una siringa nella biostampante, la quale ha spruzzato il materiale replicando l’orecchio sano della paziente, così come un qualunque processo di riproduzione in 3D. La forma dell’orecchio stampata è stata spedita in un guscio protettivo in celle frigorifere ed il chirurgo, ricevuto il pacco (magari proprio da Amazon…) ha impiantato l’orecchio bionico sotto la pelle della paziente. Quando la pelle è stata tesa attorno all’impianto, è emersa la forma del nuovo orecchio.
I dirigenti dell’azienda 3DBio affermano che tale tecnologia potrà essere usata in altre parti del corpo come il naso, i dischi spinali, il menisco del ginocchio e la cuffia dei rotatori. Ma apre la strada anche alla produzione in 3D di organi vitali ben più complessi come il fegato, i reni e persino il pancreas, rivoluzionando il settore dei trapianti e l’aspettativa di vita dei pazienti affetti da gravi malattie. Certo, il percorso verso il trapianto in 3D di organi importanti del corpo umano è ancora molto lungo ma questa nuova tecnologia, che sta muovendo i primi passi, rappresenta un decisivo passo in avanti. La domanda da porsi adesso non è ‘se’ ma ‘quando’ sarà possibile. Sicuramente siamo testimoni di una rivoluzione scientifica che rappresenterà una pietra miliare nell’utilizzo della tecnologia 3D nei trapianti rigenerativi sull’essere umano.
STRAGE TEXAS, POLIZIA SOTTO ACCUSA
Alla fine sul banco degli imputati sta finendo la polizia locale per la lentezza nell'intervento alla strage avvenuta nella scuoa elementare nel Texas. Si ammettono i ritardi, si chiede scusa ma, ora, i vertici locali rischiano l'incriminazione.
MASCHERINA AVANTI TUTTA
Il governo sta valutando di prorogare anche dopo la scadenza fissata per il prossimo 15 giugno l'obbligo di mascherina su mezzi pubblici, treni e scuole. Per cinema e teatri si prospetta la fine di tale prescrizione.
TRUMP PENSA GIA' AL 2024
L'ex presidente Usa, Donald Trump, non ha mai smesso di punzecchiare il suo successore ma, più passa il tempo, e più si fa vivo l'interesse per le elezioni presidenziali che si svolgeranno nel 2024. In una Convention, a proposito dell'uso delle armi ha dichiarato:
"L'esistenza del male non è un motivo per disarmare i cittadini che rispettano la legge, anzi, è una delle ragioni per armarli."













