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I LIBRI INGUAIANO IL MONOPOLIO DI AMAZON

Negli Stati Uniti autori e librai sollecitano il dipartimento di giustizia ad indagare sul colosso di vendite online per le dimensioni e l’influenza esercitata nel campo editoriale. Possibile effetto rimbalzo negli altri paesi. Il caso Italia.
Tempi duri per la multinazionale di e-commerce online Amazon. Come scrive il NYT, la Federal Trade Commission Usa si sta preparando a intentare una causa contro Amazon per aver violato le leggi antitrust, ed un gruppo di librai, autori e attivisti antitrust stanno sollecitando il governo ad indagare sul dominio dell'azienda sul mercato dei libri.
Ma, andiamo con ordine.
Come riporta il NYT, i gruppi sopra indicati, hanno scritto una lettera sia al Dipartimento di Giustizia che alla Federal Trade Commission, chiedendo al governo di frenare il "monopolio di Amazon nel suo ruolo di venditore di libri al pubblico”. Si chiede di indagare anche
sulla influenza esercitata da Amazon sul mercato dei libri, in particolare sulla sua capacità di promuovere determinati titoli sul suo sito escludendone altri, deformando ed influenzando in questo modo il mercato dell’editoria. Si profila quindi la decisione dei dipartimenti di intentare una causa antitrust contro Amazon. I rappresentanti della compagnia si sono subito mossi ed incontreranno la commissione in tempi brevi, anche se, per il momento, nulla trapela dal quartier generale della multinazionale.
Amazon in circa trent’anni ha trasformato la sua vendita di libri online in un gigante della vendita al dettaglio che ha preso piede in altri settori, con la sua espansione nel cloud computing e l'acquisto della catena di alimentari Whole Foods e il film studio Metro-Goldwyn-Mayer.
Amazon è diventata una forza schiacciante nel mercato dei libri. Essa rappresenta almeno il 40 percento dei libri fisici venduti negli Stati Uniti e oltre l'80 percento degli e-book venduti, secondo un'analisi pubblicata da WordsRated, un gruppo di analisi e dati di ricerca. Con l'acquisto di Audible nel 2008, Amazon è diventata anche uno dei maggiori produttori e rivenditori di audiolibri.
Questo ha determinato un forte calo del numero di librerie fisiche negli Stati Uniti e lasciando editori e autori legati al sito.
Nel nostro paese, invece, a fronte di circa 4000 librerie operative, in una indagine condotta da IlSole24 Ore, emerge che il primato delle vendite appartiene alle librerie fisiche che consolidano la loro posizione con un 53.8% e si attestano come primo canale di vendita. Contemporaneamente si assiste ad un calo dell’online (41.5%) ed un recupero della grande distribuzione (4.7%). L’Italia, quindi, per il momento risulta immune da tale monopolio. Ma, ritornando agli affari americani, certo è quanto meno singolare che gli editori si lamentino di un canale distributivo come Amazon che permette loro di fare ottimi guadagni con le vendite, senza spendere in pubblicità… insomma come dare torto all’utente finale che, soprattutto nelle grandi metropoli, dove il traffico è caotico, si affida ad un acquisto online con consegna nell’arco di qualche ora dall’ordine? Abitudini difficili da sradicare e che permettono non solo un risparmio sul prezzo di copertina ma anche risparmio di tempo e denaro per acquistarlo.
Possedere il campo di gioco, come fa Amazon, significa dettare le regole del gioco stesso e questo, alla fine, giova a tutti.
OPPENHEIMER ED A.I.: INSEGNAMENTI A FUTURA MEMOIRIA

Ecco perché il nuovo film del regista Nolan è legato a doppio filo all'Intelligenza Artificiale
Il film che prende il titolo dal padre della bomba nucleare, Oppenheimer, ci permette di compiere alcune riflessioni sullo sviluppo della tecnologia e sugli usi della stessa, in relazione alla nascente A.I.
La storia dovrebbe insegnare agli uomini a non compiere in futuro gli errori fatti nel passato ma sappiamo benissimo che ogni scoperta che porta al progresso è inizialmente sempre vissuta con i migliori propositi oppure ci si nasconde sul fatto che sia meglio che se qualcosa di potenzialmente letale possa essere creato dalla mente umana allora è bene che questo sia scoperto da quella parte di paesi che si considerano i “buoni” del pianeta terra. Così era successo con la bomba atomica quando il cosiddetto gruppo Manhattan arrivò a tale obiettivo prima dei tedeschi, per il timore che Hitler potesse usarlo contro i nemici. Oppenheimer non sapeva certo che di lì a poco gli Stati Uniti avrebbero lanciato l’ordigno di morte su Hiroshima, causando morti e distruzione e la fine della seconda guerra mondiale con la resa incondizionata del Giappone. Ecco il parallelismo con l’Intelligenza Artificiale, un sistema tecnologico altamente complesso in grado di evolversi in direzioni imprevedibili persino in grado di sterminare l’umanità. La
Scoperta della bomba atomica ha portato alla corsa verso armamenti nucleari sempre più potenti, la corsa verso l’ A.I. potrebbe portare ad esiti ancora più devastanti ed incontrollabili. Non si può e non si deve impedire il progresso ma si può e si deve sviluppare macchine in grado di neutralizzare pericoli ed azioni distruttive da parte dei malvagi, persone e stati senza scrupoli, pronti ad annientare il proprio nemico, sia esso dettato da fini economici o di geopolitica. Perché un giorno non tanto lontano saranno le macchine a sostituire l’uomo e sarà bene che gli scienziati addestrino i robot a riconoscere il bene dal male, ad impedire alle stesse di nuocere con le loro azioni all’umanita’. È in gioco la sopravvivenza stessa del genere umano come lo intendiamo oggi oppure l’avvio di una dittatura tecnologica in cui siamo le macchine a comandare e decidere e questo non è bene.
ZANTAC E TUMORI, GLAXO SI ACCORDA ED EVITA IL PROCESSO

Nel primo processo negli Usa la compagnia raggiunge un accordo con il denunciante. Ecco che cosa potrebbe accadere adesso
Era il 1978 quando gli scienziati dei Glaxo Laboratories britannico crearono una molecola denominata ranitidina, ricevendo un brevetto statunitense. La Food and Drug Administration degli Stati Uniti l'ha esaminata molto rapidamente. Glaxo gli ha dato il marchio Zantac ed ha iniziato a commercializzarla diventando in poco tempo il farmaco prescritto più venduto al mondo. Per anni, Glaxo ha contato su Zantac per quasi la metà delle sue vendite e quasi la maggior parte del suo profitto. Ha finanziato la versione moderna di Glaxo, che, dopo fusioni e acquisizioni e spin-off, è finita come GSK Plc, una società che ora vale circa 73 miliardi di dollari. Tra i suoi farmaci più popolari ci sono gli antidepressivi Paxil e Wellbutrin ed il vaccino contro l'herpes zoster Shingrix.
Secondo Bloomberg nel 2019 il farmaco Zantac è stato trovato contaminato da alti livelli di un probabile cancerogeno. Il veleno è creato dalla ranitidina stessa. I produttori e le autorità di regolamentazione sanitaria di Zantac in tutto il mondo hanno richiamato il farmaco e nella primavera del 2020 la FDA lo ha costretto ad uscire fuori dal mercato. Il cancerogeno, chiamato NDMA, una volta era aggiunto al carburante per razzi ed ora è usato solo per indurre il cancro nei ratti da laboratorio. La FDA afferma che consumare quantità minuscole non è dannoso. Ma i test stavano rivelando quantità eccessive di NDMA nella ranitidina ed una capacità di crearne ancora di più nel tempo.
Ma, sempre secondo Bloomberg, erano stati gli stessi scienziati e ricercatori indipendenti ad avvertire Glaxo dei rischi e del potenziale pericolo della ranitidina. Un resoconto di quei quattro decenni emerge in centinaia di documenti, migliaia di pagine, molte delle quali non sono mai state rese pubbliche. Bloomberg Businessweek ha esaminato i documenti giudiziari, molti ancora sotto sigillo, così come studi, trascrizioni della FDA. Nel corso degli anni, l'azienda ha anche sostenuto ricerche imperfette progettate per ridurre al minimo le preoccupazioni ed ha scelto di non trasportare e conservare abitualmente il farmaco in modi che avrebbero potuto alleviare il problema. Glaxo ha venduto un farmaco che potrebbe danneggiare le persone, ha cercato di scontare le prove di ciò e, sempre secondo Bloomberg, non ha mai dato a nessuno il minimo avvertimento.
Più di 70.000 persone che hanno preso Zantac o versioni generiche di esso stanno facendo causa all'azienda nei tribunali statali degli Stati Uniti per aver venduto un farmaco potenzialmente contaminato e pericoloso. Anche altre società che hanno venduto Zantac negli anni successivi, tra cui Pfizer Inc. e Sanofi, fanno parte delle cause legali.
Meno di un milligrammo di NDMA può mutare le cellule dei topi. Due grammi possono uccidere una persona in pochi giorni
La società ha affermato in una dichiarazione che "continuerà a difendersi vigorosamente, anche contro tutte le rivendicazioni in questo contenzioso". GSK ha rifiutato di commentare ulteriormente.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità, afferma che NDMA probabilmente causa il cancro negli esseri umani. Ma dimostrare che le cellule cancerose di una particolare persona sono state mutate dal farmaco di un'azienda è complicato. Le decisioni di Glaxo suggeriscono che non ha mai voluto considerare questa possibilità. Gli indizi erano lì. I documenti mostrano che Glaxo ha preferito non trovarli.
Ma nel primo processo che doveva iniziare il prossimo 24 luglio in California la compagnia ha deciso di raggiungere un accordo di riservatezza con il denunciante per evitare il processo e conseguenze imprevedibili. Così, come riportato dall’agenzia Reuters, James Goetz, residente in California, che ha affermato di aver sviluppato un cancro alla vescica a causa dell'assunzione del farmaco Zantac ha accettato l’accordo. Ma questo potrebbe costituire un precedente per migliaia di casi destinati ad essere processati il prossimo anno.
La società deve ancora affrontare più di 5.000 cause legali simili in California e quasi 73.000 nel Delaware.
GSK ha affermato che l'accordo riflette il suo desiderio di evitare distrazioni legate a contenziosi prolungati. Non ha ammesso alcuna responsabilità ed ha detto che si sarebbe vigorosamente difesa in qualsiasi altro caso Zantac.
Anche Pfizer e Sanofi si erano accordati con Goetz alla fine dell'anno scorso.
Insomma, i big pharma preferiscono transare con “poche” centinaia di milioni di dollari piuttosto di vedere processata la propria attività. Staremo a vedere che cosa accadrà alle altre migliaia di cause pendenti.
L'ALTO ADIGE DICE STOP AL TURISMO SELVAGGIO

La Regione autonoma limita per Legge l’apertura di nuove strutture e punta su vacanze di qualità e ad un turismo sostenibile.
Mentre la pandemia da Covid sembra solo un lontano ricordo ed i turisti ritornano a scoprire le gioie del “bel paese”, proprio in previsione di quella che sarà la stagione estiva con l’attesa di vere e proprie orde di vacanzieri in arrivo, c’è una Regione che ha pensato bene di porre un argine al numero di visitatori nel tentativo di prevenire i danni derivanti da un turismo di massa incontrollato.
E’ la Regione autonoma dell'Alto Adige, che ha introdotto un limite ai visitatori che decidono di pernottare nel territorio, imponendo il divieto di nuove aperture di strutture ricettive, a meno che un'altra non abbia chiuso. Di questo ne ha parlato persino la Cnn.
Il Trentino-Alto Adige confina con l'Austria, ed è una delle più note porte di accesso alle montagne del comprensorio delle dolomiti, con i visitatori che si riversano qui non solo nel periodo invernale per le ben attrezzate piste da sci ma anche in quello estivo.
Arnold Schuler, responsabile per il turismo nella provincia di Bolzano, promotore della nuova legge, ha detto alla Galileus Web che la Regione aveva “raggiunto il limite” di quello che poteva ricevere.
Nell’intervista egli sostiene che tutto il comprensorio deve fare i conti con i problemi legati al traffico e che i residenti trovano persino difficoltà a trovare un “posto dove vivere”- aggiungendo che lo scopo è quello di “garantire la qualità della vita per i locali ed i turisti”.
Secondo Schuler la fama dell’Alto Adige come un luogo paradisiaco inizia ad essere messa a rischio, proprio per l’alto numero dei visitatori.
Secondo di dati delle presenze, nel 2022 la Regione ha registrato 34 milioni di pernottamenti.
Schuler ritiene che il settore del turismo sia molto importante “per noi, per il lavoro e per l'economia, ma eravamo arrivati al punto di non ritorno, quindi abbiamo adottato queste misure per garantire una migliore qualità del flusso di persone e per garantire l'alloggio ai turisti”.
La legge, entrata in vigore ormai da alcuni mesi, impedisce a chiunque di aprire una nuova struttura (incluso un Airbnb o Booking) o di aggiungere altre stanze senza chiedere il permesso alla propria autorità locale.
Il numero di posti letto ufficialmente registrati al 2019 è stato fissato a poco meno di 230.000. Gli imprenditori ora hanno tempo fino al 30 giugno per segnalare alle autorità quanti ospiti hanno effettivamente accolto nel 2019, aggiungendo anche i divani letto al conteggio, che in precedenza non erano stati inseriti nelle cifre ufficiali. Il numero finale segnerà il limite, che non potrà essere superato in futuro. Ogni esercizio avrà il suo numero di locali fisso, ed ogni Comune avrà il totale di tutti gli esercizi sotto la sua autorità.
Per aiutare le piccole imprese, verranno assegnati ulteriori 7.000 “posti letto” tra gli enti locali altoatesini da distribuire a loro piacimento alle piccole imprese che hanno una capacità ricettiva inferiore a 40 ospiti. Altri 1.000 “posti letto” saranno assegnati in via eccezionale se, in futuro, qualcuno volesse aprire un'attività in una località a bassissimo tasso di turismo.
Ma nemmeno i vacanzieri giornalieri ne rimarranno indenni. Si procederà a nuove limitazioni sul modello di quanto avviene, nel periodo di alta stagione, al Lago di Braies, dove l’accesso con le auto è solo su prenotazione oppure all'Alpe di Siusi, dove la strada per l'altopiano è chiusa dalle 9:00 alle 17:00. ai veicoli privati e chiunque voglia viaggiare deve utilizzare i mezzi pubblici, con esenzione per i residenti e coloro che hanno prenotazioni alberghiere sull'Altopiano.
Schuler afferma che questo sistema sarà “sicuramente fatto in altre aree” della Regione. Limitare l'accesso ai luoghi più popolari avvantaggia tutti. “Non sono solo i locali ad essere felici - egli sostiene - ma anche i turisti che hanno meno problemi di accesso, hanno parcheggio e possono trovare un posto dove mangiare”.
C’è anche il problema dell’alloggio per le persone che vivono in queste zone super affollate di turisti. Secondo Schuler “sta diventando sempre più difficile trovare una casa perché molte sono state trasformate in alloggi turistici", e, di conseguenza, i costi di affitto sono aumentati, per non parlare dei costi di acquisto.
La Regione ha una popolazione di circa 532.000 unità, con abitanti che superano i letti turistici di circa due a uno – ma quella media è dovuta ad alcune aree che vedono poco turismo. Esistono infatti zone dove il numero di letti turistici supera abbondantemente gli abitanti.
Insomma, il modello di riferimento è Venezia o quello che si sta tentando di impostare alle Cinque Terre: sostenibilità, difesa del territorio, fruibilità limitata per poter consentire a tutti di usufruire delle bellezze della nostra terra ma senza che esse siano messe a rischio da un turismo selvaggio ed irresponsabile. Si tratta di un modello di turismo sostenibile che dovrebbe, e forse sarà, adottato in tutto il territorio.
MEDICINA: L'INSULINA DEI PAESI RICCHI

E’ sempre stata, purtroppo, una triste verità: le cure mediche non sono uguali in tutte le parti del mondo e la differenza la fanno i paesi più ricchi e, soprattutto le multinazionali farmaceutiche. Anche per la cura del diabete si ripete tristemente lo stesso copione anche se, in questo caso, le cose sembrano indirizzarsi per il verso giusto.
Ma, andiamo con ordine.
Nonostante le devastanti conseguenze causate dal diabete, c'è un divario persistente nell'accesso all'insulina, l'ormone che regola i livelli di zucchero nel sangue, quasi un secolo dopo la scoperta del medicinale.
Non sorprende che i paesi a basso e medio reddito siano quelli lasciati indietro, secondo un rapporto della Access to Medicine Foundation, ente senza scopo di lucro, come riportato da Bloomberg.
Il rapporto elenca 24 paesi in cui semplicemente non c'è insulina registrata presso le autorità sanitarie di regolamentazione.
L'amministratore delegato della Fondazione, Jayasree K. Iyer, afferma che l'industria farmaceutica è in parte responsabile della sua "miopia".
"Molte aziende hanno sempre la mentalità prioritaria degli Stati Uniti e dell’Europa" - afferma -“ e questo è diventato un problema cronico ancora più esacerbato".
Eli Lilly, Novo Nordisk e Sanofi, che controllano circa il 90% del mercato mondiale dell'insulina, si stanno impegnando per migliorare l'accesso della medicina miracolosa nei paesi poveri, offrendo sconti o facendo donazioni, ma l'approccio non offre ai governi una prospettiva a lungo termine, come invece richiede questo tipo di malattia, ed una soluzione affidabile per l'accesso ai farmaci. E spesso tralascia i farmaci più recenti come i più costosi sistemi di cura
Ma c'è la speranza che le cose adesso possano finalmente cambiare e prende il nome di biosimilari. I brevetti su alcune delle insuline analoghe sviluppate dalle grandi aziende farmaceutiche sono scaduti o lo saranno presto. Ciò dovrebbe inaugurare l’uscita di prodotti più economici: pensate ai cosiddetti medicinali generici, che per questo tipo di farmaci prendono il nome di biosimilari.
I produttori indiani e cinesi, tra cui Biocon e Gan & Lee Pharmaceuticals, sono i principali sviluppatori di insuline biosimilari e potrebbero svolgere un ruolo determinante nell'ampliamento dell'accesso, secondo Access to Medicine. La concorrenza degli attori più piccoli a volte può costringere le grandi aziende farmaceutiche a ridurre i prezzi dei loro prodotti di marca, afferma il rapporto, citando il Bangladesh come esempio.
Anche l'Organizzazione Mondiale della Sanità sta cercando di aiutare ed ha da tempo avviato un quadro di revisione per farmaci biologici come l'insulina, che possono fornire un marchio di approvazione per la sicurezza e l'efficacia per tutti i paesi.
La pandemia di Covid-19 ha mostrato al mondo come i produttori di farmaci emergenti possono cambiare le cose in meglio. La speranza è che l'insulina sia la prossima barriera abbattuta in un mondo in cui lo globalizzazione dovrebbe consentire a tutti l’accesso allo stesso tipo di cure.
ARRIVA LO SCARAFAGGIO CYBER CHE SALVA LA VITA

Scienziati giapponesi hanno sviluppato tecnologie all’avanguardia da far indossare ad insetti in caso di calamità dovute a terremoti.
Arriva dal Giappone, terra ad alta densità sismica, una notizia destinata a fare scalpore ma che, in un futuro prossimo, potrà salvare tante vite umane, vittime di disastri da eventi tellurici e rimaste intrappolate sotto tonnellate di macerie e che potrebbero essere localizzate con i primi soccorsi da uno sciame di scarafaggi cyber.
Ma andiamo con ordine.
L’agenzia di stampa Reuters riporta la notizia di una recente scoperta ad opera di ricercatori giapponesi che hanno dimostrato la capacità di montare "zaini" di celle solari ed elettronica sugli insetti e controllarne il movimento tramite un semplice telecomando.
Il professor Kenjiro Fukuda ed il suo team del Thin-Film Device Laboratory presso il colosso di ricerca giapponese Riken hanno sviluppato una pellicola flessibile a celle solari spessa 4 micron, circa 1/25 della larghezza di un capello umano e che può adattarsi all'addome dell’insetto. Questa pellicola sottilissima consente allo scarafaggio di muoversi liberamente mentre la cella solare genera energia sufficiente per elaborare e inviare segnali direzionali negli organi sensoriali sui quarti posteriori dell'insetto.
Fukuda e il suo team hanno scelto per questi esperimenti gli scarafaggi del Madagascar in quanto abbastanza grandi da trasportare l'attrezzatura e non hanno ali che si possano interporre. Anche quando lo zaino e la pellicola sono incollati alla schiena, gli insetti possono attraversare piccoli ostacoli o raddrizzarsi quando vengono capovolti.
La ricerca ha ancora molta strada da percorrere.
La prossima sfida è la miniaturizzazione dei componenti in modo che gli insetti possano muoversi più facilmente e consentire il montaggio di sensori e persino telecamere. Kakei ha detto di aver costruito lo zaino cyborg con soli 5.000 yen, cioè circa 35 euro.
Lo zaino e la pellicola possono essere rimossi, consentendo agli scarafaggi di tornare in vita nel terrario del laboratorio.
Oltre all’utilizzo in modalità di soccorso in caso di catastrofe, Fukuda intravede ampie applicazioni per la pellicola delle celle solari, composta da strati microscopici di plastica, argento e oro. Essa potrebbe essere incorporata negli indumenti o nei cerotti cutanei da utilizzare nel monitoraggio dei segni vitali. In una giornata di sole, ha affermato lo scienziato, un ombrello coperto con tale materiale potrebbe generare elettricità sufficiente per caricare un telefono cellulare. I settori di applicazione sono davvero infiniti.