L'Intervista
FRANCESCO FIMMANO’ si è Laureato in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Napoli FEDERICO II con il massimo dei voti, plauso della Commissione e menzione speciale. E' Vicepresidente del Consiglio di Presidenza della Corte dei Conti. E’ Direttore scientifico di Ateneo dell’Università Telematica Pegaso e della Telematica Mercatorum, di cui ha anche la cattedra di diritto commerciale. Avvocato Cassazionista è Revisore contabile ed ha conseguito il titolo di “Dottore di ricerca” in Diritto delle Imprese in Crisi. E’ Componente della Commissione Crisi d’Impresa del Consiglio Nazionale Forense ed è stato Componente della Corte di Giustizia Federale della Federcalcio e poi della Corte d’Appello federale. Già Componente Commissione di Riforma dello Statuto della Federazione Italiana Giuoco è Componente Direzione scientifica di varie riviste giuridiche fra cui “Notariato” , “Gazzetta Forense” e “giustizia Civile”. Ha ricoperto vari incarichi in commissioni ministeriali ed è Relatore ad incontri di studio e corsi di formazione. Autore di numerosi pubblicazioni e saggi giuridici.
IL FUTURO DELL’UNIVERSITA’ (E DEL CALCIO) E’ ON DEMAND
Intervista al Prof. Avv. Francesco Fimmano’ che ci parla delle novita’ sulla doppia iscrizione ai corsi universitari, delle Università telematiche, della sua passione per il calcio e la salernitana e delle sue aspirazioni future.
C’è un sottile filo che lega le Università telematiche con il mondo del calcio, due realtà apparentemente diverse e così lontane eppure unite in un comune denominatore: due universi in grande crescita, che rappresentano davvero il futuro di tutti. Di questo e di molto altro abbiamo parlato con il Prof. Fimmanò, in questa intervista esclusiva tutta da leggere.
Lei è direttore scientifico delle Università telematiche Pegaso e Mercatorum. Con l’avvento della pandemia queste Università hanno registrato una crescita esponenziale di iscritti, permettendo a molti di laurearsi in un periodo così difficile. Vorrei un suo commento in merito alla crescita delle telematiche riconosciute dal Miur.
“La pandemia ha solo accelerato un processo in corso da anni. Io stesso che ho insegnato per tanto tempo nelle Università tradizionali avevo sperimentato, grazie alla mia esperienza come direttore scientifico delle università telematiche, anche nelle presenziali, un modello misto laddove il corso istituzionale veniva reso in modalità telematica mentre la parte applicativa del mio corso, io sono ordinario di diritto commerciale, le facevo in presenza. Questo perché in realtà il modello telematico è una cosa diversa rispetto a chi non lo ha sperimentato, è molto più complesso ed evoluto di quanto si creda dal punto di vista dell’apprendimento poiché si tende a confondere, specie come è successo in pandemia, con la famosa Dad. In realtà è tutt’altro. Noi dobbiamo distinguere la presenza, dall’aula virtuale (nella quale c’è una grande difficoltà di mantenere l’attenzione) rispetto alla formazione telematica vero e propria secondo un processo moderno ed evoluto che potremmo definire ’on demand.’ Questo è un tema fondamentale perché l’erogazione del sapere avviene secondo un metodo simmetrico e la simmetria nella comunicazione e formazione è fondamentale: cioè io percepisco una esigenza, la soddisfo mediante una richiesta e ricevo quella erogazione formativa nel luogo, nel momento e nel modo che voglio. Questo, quindi, è completamente diverso dal concetto dell’aula virtuale (del webinair tanto usato durante la pandemia) e richiede una consolidata esperienza. Il gruppo multiversity, specie dopo l’acquisizione del San Raffaele, che è una università complementare a Unipegaso e Mercatorum, è ormai leader europeo del settore.”
A proposito della telematica San Raffaele, è notizia di questi giorni l’acquisto di questo importante realtà.
“Come le dicevo entra a far parte del gruppo ed è stata scelta per le sue caratteristiche specifiche che sono complementari agli altri atenei; stiamo parlando di una Università che è caratterizzata nel settore delle scienze motorie, la salute, lo sport e connessioni con il comparto sanitario, caratterizzato da una fortissima presenza nel segmento della ricerca che ne fa una delle eccellenze italiane nel suo settore di riferimento e che completa il panel dell’offerta sia formativa che didattica scientifica sia nella cosiddetta terza missione e cioè nel public engagement. Nel gruppo multiversity quest’ultima ha un ruolo centrale vista la capacità di interazione con la realtà socio economica del Paese.”
Le Università Pegaso e Mercatorum stanno continuando a permettere agli studenti di sostenere gli esami online. Rimarrà sempre così oppure si tratta di una situazione transitoria legata ancora al periodo pandemico?
“Come le dicevo prima, la pandemia ha solo accelerato un processo in atto. Come tutti i cambiamenti nella storia dell’umanità incontrano delle resistenze, anche comprensibili, Galileo Galilei docet. Tuttavia non credo che questo accadrà da un punto di vista operativo poiché non torneremo mai più indietro, così come nella possibilità di utilizzare il televisore on demand o lo smartphone a cui nessuno rinuncerebbe o la consegna poche ore dopo del prodotto più astruso da parte di Amazon. Anzi, c’è una novità fondamentale di questi giorni sui cui Pegaso e Mercatorum sono già dal primo di agosto operativi ed è una legge rivoluzionaria nella storia dell’Università italiana poi attuata da un decreto e cioè dall’anno accademico 2022/2023 gli studenti italiani (e con questo intendo tutti perché con il metodo Life Long Learning non si dovrebbe mai smettere di essere studenti nella vita), potranno iscriversi contemporaneamente, cosa che era impossibile in Italia, a più corsi di Laurea, master, dottorati, scuole di specializzazione. Ma non solo, lo stesso decreto ministeriale attuativo della legge dice che in realtà questo avverrà prevalentemente in maniera telematica. Il che vuol dire che nelle prossime settimane noi avremo iscritti provenienti dalle Università tradizionali che ci chiederanno di iscriversi al secondo o al terzo corso di laurea. Ci saranno laureandi in giurisprudenza che si iscriveranno anche ad economia, od in architettura che si scriveranno ad ingegneria, o ad informatica e via dicendo. E l’Università on line, a cui facevamo riferimento a proposito degli esami, sarà ulteriormente valorizzata. Poiché è ovvio che la possibilità per uno studente efficiente che vuole laurearsi in più materie nella metà degli anni diventa fondamentale. Si tratta di un adeguamento ai sistemi di Paesi più evoluti perché l’Italia era stata condannata dalla Corte di giustizia europea - in un caso di uno studente italiano che studiava presso l’Università di Innsbruck e che si era laureato contemporaneamente in medicina ed in odontoiatria - che si era pronunciata sancendo che occorre dare agli studenti la possibilità di accorciare tempi così lunghi di formazione o meglio ancora di utilizzare il tempo funzionalmente alle altre attività che si svolgono. Ed è una riforma rivoluzionaria che vedrà nelle prossime settimane le nostre Università aumentare ancor di più il loro bacino di utenza, perché sono già organizzate e rodate per straordinaria opportunità. La legge peraltro consente il riconoscimento automatico dei crediti nelle diverse materie per cui indipendentemente da dove lo studente è iscritto potrà iscriversi ad un secondo corso di laurea, o di alta formazione o master ed in contemporanea, semmai essere in presenza da un lato ed in telematica dall’altro, o in tutti e due telematici o stare in un Ateneo all’estero e frequentare un corso di laurea in Italia.”
Come vedrebbe una Università nel Metaverso. C’è già stata una prima laurea che è stata fatta in questo modo, che ne pensa?
“Le dico subito che vedo bene qualsiasi cosa che ci consenta di evolvere soprattutto che crei delle condizioni di sviluppo. Chiaramente ogni tema va perfezionato, modellato ed organizzato nel migliore dei modi. Molte volte bisogna arrivare anche per tempo alle cose. Non è necessario arrivare sempre più rapidamente di quanto occorra. Ho l’impressione che tutto il mondo del Metaverso, le sue implicazioni, le sue dinamiche debbano ancora trovare un assestamento tra quello che è futuribile e quello che è presente. Direi che occorre lavorare al modello anche qui favoriti dalla novità del multicorso che significa muldidisciplinarietà.”
I vostri detrattori sostengono che le Università telematiche sarebbero lauree un pò più facili da conseguire rispetto a quello tradizionali. Che cosa si sente di rispondere a queste critiche?
“Non credo nella buona o cattiva Università. Questa deve erogare delle competenze e certificarle. Credo nel buono studente. Io non so se ho fatto bene nella mia vita. Ho ricoperto tanti ruoli importanti, tra cui vicepresidente di una magistratura, devo dire che purtroppo non ho mai seguito un solo corso all’Università perché alla mia epoca era problematico si faceva nei cinema. Oggi almeno l’avrei seguita in telematica. Quanto alla facilità il tema è la modalità perché è ovvio che uno studente adulto che magari prende una seconda o terza laurea non può certamente frequentare un corso di laurea in presenza ed in questo caso gli toglieremmo una grande opportunità oppure come dicevamo prima non possiamo non consentire ad uno studente bravo di potersi laureare in materie diverse, cosa che con la telematica è più agevole. Ormai è finito il tempo delle Università generaliste, si tratta di un modello superato. D’altra parte l’Italia continua ad avere un numero di laureati più basso della media mondiale dei paesi a capitalismo avanzato. Quando io ho fatto un pezzo di formazione negli Stati Uniti compresi, per esempio, che i professori universitari, i full professor corrispondenti al nostro professore ordinario, non si occupavano degli esami, i quali venivano svolti da personale amministrativo, i c.d. teaching office, perché in realtà abbiamo sempre collegato l’Università alla difficoltà dell’esame di profitto. Quella è una mera certificazione delle competenze. L’Università dovrebbe trovare il suo modello vincente nella capacità del docente di trasferire il sapere non nella difficoltà o meno degli esami. Poi il modello delle telematiche è completamente diverso e non è questione di facilità, parliamo solo di una maggiore possibilità di aderire ad un modello più standard dove le domande, come tutto il sistema modello, sono standardizzate ma sono tante e devono essere conosciute e non interpretabili. Ripeto non entro nella dinamica di queste valutazioni perché non sono nato nell’era telematica, sono un immigrato digitale non un nativo digitale, sono il più tradizionale dei tradizionali facendo parte di un’antica scuola universitaria con antichi maestri. Il tema è che se ad un certo punto viene scoperto l’aereo, non è che io che so che l’uomo ha le gambe mi rifiuto di prendere l’aereo per raggiungere New York e ci voglio andare a nuoto. Il mondo è cambiato, mi spiace per chi non è in grado di adeguarsi e che talvolta con una punta di “invidia” malcelata da un complesso di inferiorità, per un settore così innovativo fa questo tipo di valutazione; d’altra parte il modello telematico lo può impiegare anche l’Università tradizionale e lo poteva fare bene anche durante la pandemia. E ’ l’incapacità di altri di evolversi al modello. Io stesso acquisto le lezioni dei premi nobel dell’Economia, di cui sono appassionato, per godermele on demand, vederle e rivederle, tornare indietro…”
Cambiando argomento la sua grande passione è il calcio ed il legame anche professionale con la Salernitana. Da dove nasce questo amore per lo sport ed in particolare per la squadra granata.
"Innanzitutto il mio amore per il calcio è una circostanza legata strettamente a mio padre, che ho perso da giovane. Egli era un decorato al valore, un notaio, un uomo di altri tempi, inflessibile, rigorosissimo e l’unica cosa in cui ci lasciava andare era il calcio. Andavamo a vedere il Napoli, è un ricordo che mi fa emozionare ancora adesso, una cosa che mi collega a lui, un fatto personale e l’emozione non ha voce. Forse non aver potuto discutere di altro “professionalmente”, data la mia giovane età dell’epoca, con lui mi lega ancor di più al mondo del calcio. Poi sono capitate circostanze particolari nella mia vita. Mi sono occupato della curatela del Napoli calcio, io nella vita faccio il professore di diritto commerciale, l’avvocato cosiddetto commercialista e quindi in realtà in qualche modo ho contribuito al rilancio della società dopo l’anno zero il 2004, attraverso poi la vendita all’attuale proprietà. Da li mi sono occupato di altre vicende di crisi di società calcistiche come il primo fallimento della Salernitana ed il Messina. Ho fatto parte della Commissione statuto nella Federcalcio, sono passato poi a fare il giudice federale occupandomi delle controversie economiche. Tutto quello che già c’era “dentro” ha determinato una mia passione ancora più forte e si sa che la passione è una condizione passiva, la subiamo. Ed ecco che si è verificata questa vicenda della Salernitana che è stata una opportunità, una sorta di continuità storica ed emotivamente molto bella e poi si è ricollegato tra padre e mio figlio che si è laureato proprio recentemente con una tesi sul diritto del calcio e che è ancora più “appassionato” di me. Il calcio è un fenomeno oggettivamente molto importante sul piano sociale oltre che economico. Parliamo di una realtà gigantesca per gli interessi che coinvolge. Il calcio crescerà a dismisura, un pò come le Università telematiche ed è una cosa molto seria di cui occuparsi. Peraltro nell’ultima Università che abbiamo acquisito, la San Raffaele, c’è il primo ed unico corso in “calcio”, un corso triennale di scienze motore con indirizzo specifico. Credo che anche nello sport la formazione telematica anche dei profili tecnici ha grandi margini di sviluppo.”
Si è parlato tanto dello scontro tra l’ex direttore sportivo della Salernitana, Sabatini, ed il presidente Iervolino. Lei che ha vissuto da dentro questa vicenda ci può dire com’è andata davvero?
“Il Presidente è ed è stato un grande innovatore, le stesse Università di cui abbiamo parlato prima e che ha poi ceduto al più grande Fondo del mondo, sono nate dalla sua capacità di innovare. Mentre all’inizio ha dovuto scegliere il direttore Sabatini, espertissimo, ma comunque legato ad una forma di calcio del passato, ora si è andati in una direzione diversa, legata ad un calcio evoluto con nuove situazioni. I grandi gruppi oggi hanno squadre in tutto il mondo, si tratta delle cd. MCO Multi-club ownership. Parliamo di un calcio che procede in altra direzione. Questo è il vero tema, ma comunque ogni epoca e momento ha le sue necessità. Nulla di che, quindi nella vicenda, c’è stata solo una visione diversa che si è conclamata ed ha poi portato alla separazione.”
La miracolosa salvezza della Salernitana ha avvicinato tanti nuovi tifosi da tante parti d’Italia a questa squadra. Che cosa si sente di dire a queste persone, che campionato farà la squadra granata?
"
Ci aspetta un futuro radioso. Deve comunque essere ancora completata la rosa, ci sono una serie di innesti da fare, la squadra ha già una sua identità, e tutto riflette quello che è il progetto, cioè squadra giovane, con grandi prospettive, ragazzi molto forti, quadrati, con un sistema di valori di riferimento, basti pensare ai giocatori norvegesi, un vero e proprio filone una new age. Chi vuole stare nella Salernitana deve fare riferimento ad un certo modo di essere altrimenti è libero di trovare altre destinazioni e li vorremo ugualmente bene.”
Ci saranno quindi anche altri acquisti?
“Si credo almeno 3 acquisti.”
Concludiamo con una domanda personale. Lei una volta è stato definito un legal star. Dove vuole arrivare Francesco Fimmanò, ha mai pensato ad un eventuale impegno in politica?
“Questa cosa del legal star è stata utilizzata qualche volta maliziosamente dal momento che io sono un giurista quanto mai tradizionale con un carattere esuberante. Il mio maestro mi definiva il commerciartista. Devo dire che la mia giornata per la maggior parte delle ore si risolve nello studiare in modo matto e disperato. Ma ad un certo momento ho percepito che la scienza, anche quella più tradizionale, nella società di massa, doveva evolversi perché andiamo verso una necessaria democrazia del sapere. Ho visto che hanno messo anche su YouTube molte mie lezioni perché intendo il mio mestiere in modo diverso, evoluto. Ma l’appellativo alla fine lo prendo come un complimento. Dove voglio arrivare? Io in realtà ho lavorato tutta la vita per fare quello che faccio e cioè il giurista: elaborare soluzioni e quindi non ho velleità perché alcune cose mi sono state già proposte e non ho inteso farle e non intendo farle per il futuro, mi riferisco a ruoli politici e di governo a cui non sono interessato. E dirò di più, nonostante il mio grande amore per il diritto non sono neppure interessato a posizioni che siano incompatibili con tutto quello che faccio oggi, come mi è capitato di pensare che mai farei il giudice costituzionale, ruolo di punta per chi fa il mestiere, perché mi impedirebbe di vivere l’Università, il foro e le altre tante cose che faccio. Non posso avere particolari ambizioni se non quella di continuare a fare quello che faccio, innanzitutto nei miei Atenei. Sono un giurista e non ho aspirazioni se non quella di mantenere il livello che ho raggiunto nella vita perché raggiungere certi livelli è facile ma mantenerli è molto più difficile, richiede passione, sacrificio, abnegazione. Ma ciò che ci piace non è mai fatica e se non fosse per il ruolo che rivesto, mi iscriverei anche io a tanti corsi di laurea nuovi ora che è possibile."
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