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UNA ITALIA TRA LUCE ED OMBRE

 

Pubblicato l'indicatore Bes a cura dell'Istat sullo stato di salute del paese. Le donne sono in ripresa, i giovani così e così, ma l'Italia rimane in coda tra i paesi Ue.

I raffronti con il periodo pre-Covid 

 

IMPIANTATO IL PRIMO ORECCHIO BIONICO STAMPATO IN 3D

Eccezionale intervento ricostruttivo negli Stati Uniti apre le porte ad impensabili sviluppi nel campo della medicina rigenerativa e nei trapianti


Ha 20 anni, è messicana, e si chiama come una famoso apparato tecnologico diffuso da Amazon, Alexa. Da oggi, anche lei, ha qualcosa di futuribile impiantato nel proprio corpo. Un orecchio stampato in 3D realizzato con le cellule della stessa donna. Ne da notizia  il New York Times e rappresenta un straordinario progresso nel campo dell’ingegneria dei tessuti. Il capolavoro si è reso possibile grazie alla tecnologia sviluppata da un’azienda biotech americana, la 3DBio Therapeutics, leader nella medicina rigenerativa attraverso la biostampa in 3D per fornire tessuti ed organi viventi, funzionali e personalizzati, progettati secondo le esigenze sanitarie dei pazienti. La paziente che ha ricevuto l’orecchio bionico fa parte di una sperimentazione clinica che comprende 11 pazienti. Alexa era affetta da microtia, un raro difetto congenito che rende la parte esterna dell’orecchio piccolo e deformato. L’intervento è avvenuto nel marzo scorso ma è stato comunicato solo adesso e tutto sta procedendo bene. Il fatto che le cellule che hanno ricostituito il nuovo orecchio provengano dal tessuto stesso del paziente fa ben sperare e bassa la probabilità di rigetto. Anzi, l’orecchio bionico sta continuando a rigenerare il tessuto cartilagineo, conferendogli un aspetto naturale.
Le fasi dell’intervento sono degne di nota: un chirurgo ha rimosso una parte di cartilagine dal moncone esistente della paziente ed assieme ad una stampa in 3D dell’altro orecchio sano, sono stati inviati all’azienda 3DBio. Qui le cellule viventi sono state mescolate con il bioinchiostro a base di collagene prodotto dall’azienda. Questo è stato inserito con una siringa nella biostampante, la quale ha spruzzato il materiale replicando l’orecchio sano della paziente, così come un qualunque processo di riproduzione in 3D. La forma dell’orecchio stampata è stata spedita in un guscio protettivo in celle frigorifere ed il chirurgo, ricevuto il pacco (magari proprio da Amazon…) ha impiantato l’orecchio bionico sotto la pelle della paziente. Quando la pelle è stata tesa attorno all’impianto, è emersa la forma del nuovo orecchio.
I dirigenti dell’azienda 3DBio affermano che tale tecnologia potrà essere usata in altre parti del corpo come il naso, i dischi spinali, il menisco del ginocchio e la cuffia dei rotatori. Ma apre la strada anche alla produzione in 3D di organi vitali ben più complessi come il fegato, i reni e persino il pancreas, rivoluzionando il settore dei trapianti e l’aspettativa di vita dei pazienti affetti da gravi malattie. Certo, il percorso verso il trapianto in 3D di organi importanti del corpo umano è ancora molto lungo ma questa nuova tecnologia, che sta muovendo i primi passi, rappresenta un decisivo passo in avanti. La domanda da porsi adesso non è ‘se’ ma ‘quando’ sarà possibile. Sicuramente siamo testimoni di una rivoluzione scientifica che rappresenterà una pietra miliare nell’utilizzo della tecnologia 3D nei trapianti rigenerativi sull’essere umano.

 

Viaggiare

Bes è l’acronimo del progetto sul benessere equo e sostenibile a cura dell’Istat. Pubblicato per la prima volta nel 2013, analizza ben 152 indicatori che permettono di misurare il grado di salute del nostro paese. L’Istat ha da poco diffuso e reso pubblica in open source, l’edizione 2022, i cui dati rivestono particolare importanza perché ci permettono di poter fare una comparazione con il periodo pre-Covid così da renderci conto dell’impatto prodotto dalla pandemia sull’Italia.

Come riferito dal consigliere dell’Istituto di Statistica nazionale, Francesco Maria Chelli, dalla lettura degli indicatori emerge, tra l’altro, che per la maggioranza delle donne, contro gli uomini, la situazione è migliore rispetto al 2019 ma, comunque, esiste ancora un 39% di indicatori che fotografano un netto svantaggio per la popolazione femminile, rispetto alla maschile, in particolare, il tasso di occupazione, è molto lontano dalla media europea e così basso da vedere esclusa la metà delle donne dalla indipendenza economica. Sempre secondo quanto riferito da Chelli, un’altra criticità interessa i giovani con meno di 24 anni, dove a fronte di un miglioramento sul 44% degli indicatori, il 43% risultano in peggioramento.

Ma quali sono i 12 indicatori analizzati? Riguardano la Salute, Istruzione e Formazione, Il Lavoro e la Conciliazione dei tempi di vita, Benessere Economico, le Relazioni Sociali, La Politica e le Istituzioni, Sicurezza, Il Benessere Soggettivo, Paesaggio e  Patrimonio Culturale, Ambiente, Innovazione, Ricerca e Creatività ed, infine, la Qualità dei Servizi.

Analizziamo un pò più da vicino questi indicatori, grazie anche al diffuso comunicato affidato agli organi di stampa da parte dell’Istat.

(nel grafico sotto, fonte Istat)

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STRAGE TEXAS, POLIZIA SOTTO ACCUSA

Alla fine sul banco degli imputati sta finendo la polizia locale per la lentezza nell'intervento alla strage avvenuta nella scuoa elementare nel Texas. Si ammettono i ritardi, si chiede scusa ma, ora, i vertici locali rischiano l'incriminazione.

MASCHERINA AVANTI TUTTA

In particolare, i dati più recenti che consentono di effettuare confronti con il 2019 mostrano che per oltre la metà degli indicatori di benessere, si registra un miglioramento nell’ultimo anno disponibile, un terzo si trova su un livello peggiore rispetto al 2019, mentre il restante 13,8% degli indicatori si mantiene stabile sui livelli pre-pandemici. 
I progressi sono più diffusi nei domini della Sicurezza, Qualità dei servizi e Lavoro e della conciliazione dei tempi di vita. Tra i domini che presentano un andamento complessivamente più critico negli ultimi tre anni, con la maggior parte degli indicatori in peggioramento, si trovano le Relazioni sociali, Benessere soggettivo, Istruzione e formazione ed il Benessere economico. 
La maggior parte degli indicatori del Bes disponibili per il confronto con la media dei paesi europei (Ue27) mostra una situazione peggiore per l’Italia, in particolare nei domini dell’Istruzione e della formazione e Lavoro e nella conciliazione dei tempi di vita. Tra questi la quota di giovani di 15-29 anni che si trovano al di fuori del contesto di istruzione e non sono occupati (NEET), che in Italia raggiunge il 19,0% rispetto all’11,7% della media Ue27, e la quota di persone di 30-34 anni che hanno completato un’istruzione terziaria, il 27,4% in Italia e il 42,8% in media Ue27. Per il lavoro, il tasso di occupazione italiano nel 2022 è di circa 10 punti percentuali più basso rispetto a quello medio europeo (74,7%), con una distanza particolarmente accentuata tra le donne (55,0% in Italia rispetto a 69,4% per la media Ue27).
Uno degli indicatori per cui l’Italia si colloca su livelli migliori in termini di benessere, rispetto alla media dei paesi dell’Ue27, è il tasso di omicidi, pari a 0,5 per 100mila abitanti nel 2020, ben al di sotto della media dei paesi Ue27 (0,9). Inoltre, l’Italia si conferma ai vertici della graduatoria dei paesi per quanto riguarda la sopravvivenza, con valori della speranza di vita alla nascita pari a 82,5 anni (80,1 la media Ue27 nel 2021). 
L'analisi sul territorio, inoltre, mostra i divari esistenti tra Nord e Mezzogiorno. 
L'analisi per genere esamina l’evoluzione del benessere durante e dopo la pandemia per valutare eventuali avvicinamenti/allontanamenti dalla linea di parità. 
Tra il 2019 e il 2022 la maggior parte delle misure di benessere (54,1%) ha fatto registrare un miglioramento per le donne a fronte del 39,2% riferito agli uomini, per i quali invece sono più numerose le misure rimaste stabili e quelle che si attestano su valori peggiorativi rispetto al 2019. Per la gran parte degli indicatori continua, tuttavia, a osservarsi un divario di genere che vede penalizzate soprattutto le donne. 
Salute e Istruzione e formazione sono i domini per i quali si evidenzia una condizione delle donne diffusamente migliore di quella degli uomini. 
Più numerosi sono i domini in cui appare diffuso uno squilibrio di genere a favore degli uomini.
Il confronto tra alcune classi di età fa emergere come il 52% degli indicatori di benessere riferiti agli adulti di 45-54 anni abbia registrato un miglioramento superando, nell’ultimo anno disponibile, il livello pre-pandemia (2019), 
La ripresa post-pandemica mostra invece maggiori difficoltà per i giovani di 14-24 anni, tra i quali il miglioramento riguarda solo il 44% degli indicatori, mentre una quota del tutto analoga peggiora (43%) e il 13% è stabile (rispetto all’8% per le altre due classi di età). 
Il dominio Salute è per gli adulti quello con l’andamento peggiore (cinque indicatori su sei registrano un peggioramento) ed è elemento di vulnerabilità anche per i giovani tra 14-24 anni, con la metà degli indicatori che peggiorano. L’eccesso di mortalità connesso alla diffusione della pandemia ha comportato nel 2020 una riduzione della speranza di vita alla nascita di oltre un anno di vita (82,1 anni rispetto agli 83,2 del 2019), solo parzialmente recuperata nel 2021 (82,5 anni) e nel 2022 (82,6).
L’analisi territoriale mette in evidenza come, nel 2022, nessuna regione sia tornata ai livelli di vita media attesa del 2019. Le ben note disuguaglianze territoriali vedono la Campania con la più bassa speranza di vita alla nascita (80,9 anni), quasi tre anni in meno rispetto a Trento (84,0 anni). 
Nel 2021, si conferma la riduzione della mortalità per incidenti stradali dei giovani di 15-34 anni (con l’indicatore pari a 0,6 per 10mila residenti, rispetto a 0,7 per 10mila residenti del periodo 2013-2019), già sperimentata nel 2020 (0,5) per effetto delle restrizioni agli spostamenti per contenere la diffusione della pandemia. 
Inoltre, per i più giovani, anche i tre indicatori disponibili del dominio Istruzione e formazione peggiorano rispetto al 2019: fruizione delle biblioteche, partecipazione culturale fuori casa e, soprattutto, lettura di libri e quotidiani. Tale peggioramento è comune anche ai giovani adulti e agli adulti. 
Nel 2022, è pari al 36,3% la quota di persone sedentarie, che dichiarano cioè di non svolgere né sport né attività fisica nel tempo libero. L’indicatore mostra un significativo peggioramento rispetto al 2021 (quando era pari al 32,5%) e si riallinea, invece, ai livelli registrati nel biennio pre-pandemico 2018-2019. 
L’eccesso di peso tra la popolazione adulta, in crescita nel 2020 (quando era pari a 45,9%), si riallinea sia nel 2021 che nel 2022 ai livelli pre-pandemia (con valori rispettivamente pari a 44,4 e 44,5%). La componente dell’indicatore relativa all’obesità rimane tuttavia in aumento nel lungo periodo. 
Nel 2022, è pari al 20,2% la quota di fumatori di 14 anni e più, in aumento rispetto al 2019 (18,7%). L’abitudine al fumo è più diffusa tra gli uomini rispetto alle donne (24,2% contro 16,3%). L’abitudine al consumo a rischio di bevande alcoliche ha interessato nel 2022 il 15,5% della popolazione di 14 anni e più. Ritorna così al livello del 2019 (quando era pari al 15,8%), dopo l’aumento di circa 1 punto percentuale registrato tra il 2019 e il 2020 e la successiva diminuzione nel 2021 (-2 punti percentuali). 
Nel 2022, il 63,0% delle persone di 25-64 anni ha almeno una qualifica o un diploma secondario superiore (+0,3 punti percentuali rispetto al 2021) rispetto a una media europea di circa il 79,5%. In Italia, tra le donne il 65,7% ha almeno un titolo secondario superiore; tra gli uomini, invece, la quota di diplomati è del 60,3%. 
Nel 2022, i giovani di 30-34 anni in possesso di un titolo di studio terziario sono il 27,4% in Italia, in crescita rispetto all'anno precedente (26,8%) soprattutto tra gli uomini. L’Italia rimane tuttavia ancora lontana dalla media dei paesi dell’Unione europea, dove la quota di coetanei/e laureati o con titoli terziari supera il 42%. 
Nel 2021, poco meno della metà delle persone di 16-74 anni che hanno usato internet negli ultimi tre mesi ha competenze digitali almeno di base. La quota sale al 61,7% tra i giovani di 20-24 anni e decresce rapidamente con l’età, per arrivare al 17,7% tra le persone di 65-74 anni. 
Nell’anno scolastico 2021/2022 le competenze dei ragazzi della classe terza della scuola secondaria di primo grado non recuperano dopo il peggioramento degli anni di pandemia. La quota di coloro che non hanno raggiunto un livello di competenza almeno sufficiente. 
Le graduali riaperture al pubblico dei luoghi della cultura avvenute nel corso del 2021 hanno permesso la ripresa del livello di partecipazione culturale fuori casa che, nel 2022, si attesta al 23,1%, valore di quasi tre volte superiore a quello dell’anno precedente, ma ancora distante dal livello pre-pandemico (-12 punti percentuali rispetto al dato del 2019). 
Nel 2022, l’indicatore che monitora la lettura di libri e/o quotidiani si attesta al 35,9% (-0,7 punti percentuali rispetto all’anno precedente), in linea con il trend negativo osservato dal 2010, quando le persone di sei anni e più che leggono quattro o più libri all’anno e/o leggono quotidiani erano il 44,4%. Nel 2022, in particolare, a ridursi è la quota di coloro che leggono almeno quattro libri nell’anno (-1,1 punti percentuali), mentre la lettura di quotidiani almeno tre volte a settimana rimane stabile al 22,8%.
Nel 2022, la quota di utenti delle biblioteche si attesta al 10,2%, recuperando quasi tre punti percentuali rispetto all’anno precedente, ma ancora distante dal livello pre-pandemico (-5,1 punti rispetto al 2019). 
Lavoro 
Nel 2022, il mercato del lavoro mostra un generale miglioramento rispetto all’anno precedente: gli occupati di 20-64 anni aumentano di 538mila unità (+2,5% rispetto al 2021), il tasso di occupazione aumenta e supera i livelli del 2019 recuperando pienamente il crollo registrato nel 2020 (tra le persone di 20-64 anni è il 64,8%; +2,1 punti percentuali rispetto al 2021). Tra i giovani (20-34 anni), il tasso di occupazione è pari al 56,2% e registra la crescita più intensa (+3,5 punti sul 2021), superando i livelli pre-pandemia (era 53,3% nel 2019). 
Tra le donne di 25-49 anni è in aumento sia il tasso di occupazione delle donne con figli tra 0 e cinque anni, sia il tasso di occupazione delle donne senza figli. 
Nel 2022, il 12,2% degli occupati ha svolto lavoro da casa nelle quattro settimane precedenti l’intervista; tale valore, pur essendo in diminuzione rispetto agli anni della pandemia, rimane oltre due volte e mezzo i livelli del 2019. Tra questi il 34,6% si ritiene molto soddisfatto di questa modalità lavorativa, il 45,0% abbastanza soddisfatto e solo il 4,3% per niente soddisfatto.
Nel 2022, il reddito lordo disponibile delle famiglie consumatrici è aumentato rispetto all’anno precedente. Il forte aumento della spesa per consumi finali ha rafforzato il trend di discesa della propensione al risparmio, che è scesa a livelli inferiori rispetto al periodo pre-pandemico.. 
La pandemia modifica in misura significativa il modo in cui le famiglie percepiscono la propria condizione economica, tanto da invertire il trend positivo che si era registrato negli anni precedenti per alcuni indicatori: la quota di coloro che dichiarano di aver visto peggiorare la propria situazione economica rispetto all’anno precedente, pari al 25,8% nel 2019, cresce nei due anni di pandemia e continua ad aumentare nel 2022, fino ad arrivare al 35,1%, livello mai raggiunto in precedenza. Andamento analogo si osserva per la quota di persone che dichiarano di arrivare a fine mese con grande difficoltà, in aumento dall’8,2% nel 2019 al 9,1% nel 2021. Relazioni sociali 
La soddisfazione per le relazioni familiari e amicali, stabile nel primo anno di pandemia e in peggioramento nel 2021, riprende a crescere nel 2022: il 32,6% delle persone di 14 anni e più si dichiara molto soddisfatta per le relazioni familiari e il 21,6% per quelle amicali. Tuttavia, la crescita non compensa totalmente le perdite registrate durante la pandemia. 
La quota di popolazione che dichiara di svolgere attività di volontariato torna a crescere rispetto all’anno precedente, attestandosi nel 2022 all’8,3% (+1 punto percentuale); l’aumento non consente, tuttavia, di tornare ai livelli pre-pandemici (9,8% nel 2019). Il coinvolgimento nell’attività di volontariato non mostra differenze di genere, mentre rispetto all’età i livelli più alti si riscontrano tra i giovani di 20-24 anni e nella fascia d’età tra i 35 e i 74 anni (tra l’8% e il 9%); tra la popolazione di 75 anni e più si registra il livello più basso (5,2%). 
È in diminuzione la fiducia che le persone sono disposte ad accordare ai loro concittadini verso i quali emerge una diffusa diffidenza: nel 2022 il 24,3% delle persone di 14 anni e più ritiene che gran parte della gente sia degna di fiducia. Questa flessione interrompe il trend crescente iniziato nel 2018 e che nel 2021 aveva toccato il valore più alto di tutta la serie storica (25,5%). 
Nel 2022, il 25,4% della popolazione di 14 anni e più dichiara di aver svolto attività di partecipazione sociale, prendendo parte alle attività di associazioni di tipo ricreativo, culturale, politico, civico, sportivo, religioso o spirituale. Dopo il forte calo registrato nel biennio 2020-2021 a causa delle misure adottate per contrastare l’evolversi della pandemia, torna a crescere la quota di chi svolge attività di partecipazione sociale (+5,5 punti percentuali rispetto al 2021), ma con livelli decisamente al di sotto rispetto al 2019 (31,3%).
La partecipazione civica e politica, meno diffusa tra i giovani (il 49,9% nella classe 14-19 anni nel 2022) registra un andamento crescente con l’età, raggiunge il massimo nella popolazione adulta (il 70,2% nella classe 60-64 anni) per poi diminuire fino al 56,2% tra gli over 74.
La gran parte degli indicatori (già su livelli critici negli anni pre-pandemia) continua a segnalare importanti difficoltà riguardo alla bassa fiducia nelle istituzioni democratiche, alla limitata partecipazione delle donne in politica e nelle istituzioni di vertice, alla scarsa presenza dei giovani in Parlamento, all’efficienza della giustizia civile e all’adeguatezza delle istituzioni carcerarie. 
Con il rinnovo del Parlamento italiano nel settembre 2022, si è invertito il trend positivo riguardo all’inclusione delle donne e dei giovani osservato nelle precedenti occasioni elettorali: l’età media dei parlamentari sale a 51,4 anni dai 47,6 registrati all’inizio della XVIII legislatura (+3,8 anni) e la percentuale di donne scende al 33,7% (era il 35,4%). 
Il grado di fiducia espresso nei confronti delle istituzioni politiche e giudiziarie (invariato tra il 2021 e il 2022) resta ampiamente al di sotto della sufficienza. Su una scala da 0 a 10, il voto di fiducia è 3,3 per i partiti politici, che ricevono punteggi insufficienti da quasi otto cittadini su 10; 4,5 e 4,8 sono i voti medi ricevuti dal Parlamento e dal sistema giudiziario, che ottengono punteggi di fiducia insufficienti da oltre la metà delle persone di 14 anni e più (rispettivamente 59,0% e 52,8%). 8 
I tempi dei processi civili presso i tribunali ordinari restano lunghi: l’indicatore nel 2022 raggiunge i 433 giorni (erano 421 nel 2019), consolidando il lievissimo peggioramento osservato nel corso dell’emergenza sanitaria. Il ritardo del Sud resta notevole, con tempi più che doppi rispetto al Nord-ovest (622 e 253 giorni rispettivamente). Riprende invece il trend di smaltimento dell’arretrato (-6,4% le pendenze a fine 2021 rispetto al 2019). 
Accelera, nell’ultimo anno, la crescita del sovraffollamento carcerario, già ripresa nel 2021. Al 31 dicembre 2022 l’indicatore è salito a 109,5 detenuti per 100 posti disponibili definiti dalla capienza regolamentare (3 punti percentuali in più rispetto al 2021, 4 punti in più rispetto al 2020), ma in 17 dei 189 istituti penitenziari operanti sul territorio nazionale arriva a superare il 150%. Benché la popolazione carceraria sia costituita quasi esclusivamente da uomini (95,8% nel 2022), il peggioramento più severo e repentino riguarda le donne (108,2%; +7,3 punti percentuali rispetto al 2020 contro i +3,7 punti percentuali per gli uomini). 
Nel 2022, la quota di persone che si dichiarano molto o abbastanza sicure quando camminano al buio da sole nella zona in cui vivono diminuisce di 1,6 punti percentuali rispetto al 2021, attestandosi al 60,6% (era il 57,7% nel 2019) e nello stesso intervallo aumenta di 1,3 punti percentuali la quota di famiglie che affermano che la zona in cui vivono è molto o abbastanza a rischio di criminalità, arrivando al 21,9% (era il 25,6% nel 2019). 
Dopo la forte riduzione dei reati predatori conseguente alle misure restrittive imposte nel 2020, nel 2022 prosegue il trend di crescita avviato nel 2021: il tasso di vittime di furti in abitazione si attesta al 7,6 per 1.000 famiglie (rispetto al 7,1 del 2021); il tasso di vittime di borseggi ammonta a 4,6 vittime ogni 1.000 abitanti (rispetto al 3,3 del 2021) e quello delle vittime di rapine a una vittima ogni 1.000 abitanti (era pari allo 0,9 nel 2021). Nonostante la crescita, i tassi dei furti in abitazione e i borseggi rimangono al di sotto dei valori pre-pandemia, mentre il tasso di rapine è tornato sui livelli registrati nel 2019. 
Nel 2021, in Italia sono stati commessi 308 omicidi, pari a 0,52 per 100mila abitanti. Il tasso di omicidi mostra un lieve aumento rispetto al 2020 quando si attestava a 0,49 per 100mila abitanti (per un totale di 289 omicidi), tornando su valori vicini al 2019 (0,53). 
Nel 2021, le vittime di omicidio sono state 183 uomini e 125 donne (rispettivamente 0,63 e 0,41 omicidi per 100mila abitanti dello stesso sesso). Nel 2021, l’89,1% degli omicidi femminili risulta compiuto da una persona conosciuta. Il dato è lievemente diminuito rispetto al 2020 (92,2%), ma rimane più alto di quello registrato nel 2019 quando si attestava all’88,3%. In particolare, nel 2021 circa 6 donne su 10 sono state uccise dal partner attuale o dal precedente, il 25,2% da un familiare (inclusi i figli e i genitori) e il 5% da un’altra persona che la donna conosceva (amici, colleghi, ecc.). La situazione è molto diversa per gli uomini: nel 2021 il 36,4% è stato ucciso da una persona conosciuta e solo il 4,3% da un partner o ex partner; mentre il 63,6% risulta ucciso da uno sconosciuto o autore non identificato dalle Forze dell’ordine. 
Benessere soggettivo 
Nel 2022, si raggiunge la percentuale più elevata finora registrata di persone che si ritengono molto soddisfatte per la propria vita (46,2%). 
La percentuale di quanti si dichiarano molto soddisfatti torna ad aumentare anche tra i giovani di 14-19 anni, raggiungendo il valore più alto (58,2%) tra quelli registrati fin dal 2010; si tratta dell’unico gruppo di popolazione che aveva registrato un calo tra il 2019 e il 2021.
Diminuisce la percentuale di ottimisti e aumenta quella dei pessimisti. 
Relativamente al giudizio sulle prospettive future, la Sardegna è la regione che nel 2022 mostra la situazione più positiva, con la più alta percentuale di ottimisti circa il futuro (34,1%) e una tra le più basse di pessimisti (9,9%); al contrario, nelle Marche si osserva una delle più basse consistenze di ottimisti (25,3%) e la più alta proporzione di pessimisti (18,1%). 
Nel 2021, le aziende agricole che praticano l’agriturismo sono 25.390 (+1,3% sull’anno precedente e +3,3% sul 2019). L’indicatore di diffusione delle aziende agrituristiche è tra i pochi a non aver risentito della pandemia, passando da 8,1 aziende per 100 km2 nel 2019 a 8,4 nel 2021. Tornano a crescere anche gli agrituristi (circa tre milioni, con recupero quasi completo rispetto al 2019), il 37% dei quali sono stranieri.
Nel 2021 si registra un forte incremento degli incendi boschivi (+23,1% sull’anno precedente) e della loro dimensione media (da 11,4 a 25,4 ettari). Complessivamente sono stati bruciati 152mila ettari, pari al 5 per mille del territorio nazionale. L’indicatore di impatto degli incendi boschivi, in crescita per il terzo anno consecutivo, segna un valore molto superiore a quello medio dei paesi Ue dell’Europa meridionale, secondo solo alla Grecia. Più del 75% della superficie percorsa dal fuoco è localizzata in Calabria, Sicilia e Sardegna, dove condizioni climatiche avverse hanno favorito gli incendi e reso più difficili le operazioni di spegnimento. 
Anche nel 2022 sono state costruite più abitazioni di quelle autorizzate dai Comuni. Secondo le stime provvisorie del Centro ricerche economiche, sociologiche e di mercato nell'edilizia (Cresme), l’indice di abusivismo edilizio (nuove abitazioni abusive ogni 100 autorizzate) è pari a 15,1, sostanzialmente invariato rispetto all’anno precedente. L’abusivismo resta marginale al Nord, ma conserva un peso rilevante nel resto del Paese e soprattutto nel Mezzogiorno, dove l’indice è molto più alto (42,1 nel Sud e 36,3 nelle Isole).
Per la qualità dell’aria si rileva una diminuzione della percentuale di superamenti da PM2,5 che si attestano al 71,7% nel 2021. Dal 2010 l’indicatore ha avuto un decremento costante ad eccezione del 2018. Questo trend è meno evidente nel Nord dove storicamente si osservano i valori più elevati dell’indicatore e si registra una sostanziale stabilità rispetto all’anno precedente. 
Nel 2021 risalgono le emissioni di CO2 e di altri gas effetto serr) generate dalle attività economiche e dalle famiglie, raggiungendo il valore di 7,0 tonnellate di CO2 equivalente per abitante; viene recuperata, in parte, la riduzione registrata nel 2020 dovuta alle restrizioni imposte nel periodo del lockdown. Nel lungo periodo si osserva invece una diminuzione tendenziale avviata nel 2008 (9,8). 
Sono sempre più evidenti gli effetti dei cambiamenti climatici in termini di temperature e precipitazioni. Nel 2022 si accentua il fenomeno, già osservato nel 2021, che vede una media di 40 giorni di caldo intenso annui (+34 giorni rispetto alla mediana del periodo climatico di riferimento 1981-2010). L’intensità dei giorni di caldo è ancora più marcata al Centro, con 55 giorni di caldo durante l’anno (+52 rispetto al periodo climatico di riferimento). La crescita è distribuita su tutto il territorio del Paese. 
Nel 2022, tornano a crescere i giorni consecutivi non piovosi che raggiungono il valore di 27 (+4 rispetto alla mediana del periodo climatico). L’incremento è più marcato nelle Isole (+13 rispetto alla mediana del periodo climatico), nel Nord-est (+7) e nel Centro (+6). 
Al problema della crisi idrica causata dalle variate condizioni climatiche, in alcune zone del Paese si aggiungono i problemi strutturali delle reti di distribuzione che nel 2020 confermano una perdita totale del 42,2% di acqua potabile, senza sostanziali variazioni rispetto al 2018 (42,0%). Con la ripresa economica nel 2021 torna a crescere la produzione di rifiuti urbani (501 chilogrammi per abitante, erano 487 nel 2020) che pesa soprattutto per la parte che viene conferita in discarica (19,0% pari 5,6 milioni di tonnellate), in maniera fortemente diseguale sul territorio: 1,7 milioni di tonnellate nel Centro e 1,4 milioni di tonnellate nelle Isole. La percentuale di rifiuti urbani conferiti in discarica nella stessa regione di produzione non supera il 90%. Da evidenziare il caso della Campania che esporta in altre regioni il 100% dei rifiuti da smaltire in discarica. 
In diminuzione la quota di consumo interno lordo di energia elettrica generata da fonti rinnovabili: 35,1% nel 2021 (era il 37,4% nel 2020). 
Cresce ancora l’uso regolare di Internet tra le persone di 11 anni e più e raggiunge il 75,6% nel 2022 (oltre 40 milioni di persone), ma restano forti le differenze territoriali, con un vantaggio di 8 punti percentuali del Nord sul Mezzogiorno (78,6%; 70,6%). L’indicatore cresce anche per i più anziani, che però restano indietro: si attesta al 54,2% tra le persone di 65-74 anni e al 19,2% tra le persone di 75 e più. Resta invariato il gap tra uomini e donne (mediamente 6 punti percentuali a vantaggio degli uomini), che tuttavia caratterizza esclusivamente gli over 60. 
Nel 2022, il 68,2% delle famiglie italiane dispone di un pc e della connessione a Internet (+3,1 punti percentuali rispetto al 2019). I divari digitali sono particolarmente accentuati per tipologia familiare e territorio: l’indicatore scende al 34,6% tra le famiglie di soli anziani. Nel Mezzogiorno una famiglia su tre resta esclusa (62,4%), e lo svantaggio rispetto al Nord è di -8,6 punti percentuali.
Qualità dei servizi 
Nel 2022, dopo l’incremento osservato nei due anni di pandemia, la quota di persone che ha dovuto rinunciare a prestazioni sanitarie ritenute necessarie scende al 7,0%, tornando quasi ai livelli del 2019 (6,3%, era 7,2% nel 2018). Permangono, tuttavia, delle criticità, poiché si osserva l’aumento della quota di quanti rinunciano alle prestazioni a causa delle lunghe liste d'attesa, che diventa il motivo più frequentemente dichiarato (il 4,2% della popolazione), a fronte di una riduzione della quota di chi rinuncia per motivi economici (era 4,9% nel 2019 e scende al 3,2% nel 2022). 
L’Italia è ancora lontana dal raggiungimento della connettività gigabit per tutte le famiglie, ma ha fatto un notevole passo avanti: nel 2022, infatti viene superata la soglia del 50% delle famiglie che abitano in una zona servita dalla connessione veloce a Internet (VHCN). Permangono, tuttavia, evidenti differenze territoriali, con un range che va dal 58,4% del Centro al 50,7% del Nord-est.
Insomma, si cerca di riprendersi dal periodo pre-pandemia ma non è semplice e, soprattutto, ci vorrà ancora tempo.

Godersi la natura

Il governo sta valutando di prorogare anche dopo la scadenza fissata per il prossimo 15 giugno l'obbligo di mascherina su mezzi pubblici, treni e scuole. Per cinema e teatri si prospetta la fine di tale prescrizione.

TRUMP PENSA GIA' AL 2024

L'ex presidente Usa, Donald Trump, non ha mai smesso di punzecchiare il suo successore ma, più passa il tempo, e più si fa vivo l'interesse per le elezioni presidenziali che si svolgeranno nel 2024. In una Convention, a proposito dell'uso delle armi ha dichiarato:

"L'esistenza del male non è un motivo per disarmare i cittadini che rispettano la legge, anzi, è una delle ragioni per armarli."

NON PERDERTI LE ALTRE INCHIESTE

ALLA RICERCA DI SE STESSI

I centri commerciali in Italia stanno cercando di recuperare il ruolo che avevano nel periodo pre pandemico.

I dati sull'osservatorio 2022 indicano  miglioramenti ma anche criticità. 

C'è ancora un futuro per questo tipo di mercato? 

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ESCLUSIVO: GRU-SPIE NEI PORTI

Secondo il Pentagono le gigantesche gru da carico sono possibili strumenti di spionaggio cinesi, con rischi concreti per gli Stati Uniti e per il resto del mondo. Ma la Cina replica: “è solo paranoia”. 

Quali sono i rischi e quale è la situazione in Italia?

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L'INDIA, AMAZON E LE SUE BUSTE DI PLASTICA

Che cosa ci fanno e come sono finiti rifiuti di plastica, comprese le buste vuote delle spedizioni del colosso internazionale del commercio online, a migliaia di km dal luogo di consegna? Lo ha scoperto una inchiesta di Bloomberg Green. Vengono a galla montagne di discariche illegali, plastica bruciata come carburante ed emissioni tossiche inalate dagli abitanti.

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LA QUALITA' DELLA VITA IN ITALIA
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Sul podio BOLOGNA, BOLZANO e TRIESTE. Fanalino di coda CROTONE.

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LA POPOLAZIONE MONDIALE RAGGIUNGE GLI 8 MILIARDI
La crescita esponenziale della Nigeria, l’India che supererà la Cina, i paesi industrializzati a crescita zero. Si aprono sfide con cambiamenti epocali. La grave minaccia all’ambiente ed al consumo delle risorse.

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MA LE AUTO ELETTRICHE QUANTO INQUINANO?

I pregi ed i difetti di un segmento in grande sviluppo. Che fine fanno le batterie dei veicoli? Lo rivela un articolo della rivista specializzata americana autoblog.

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